Un nuovo lavoro per Draghi dopo il voto, le quattro carriere possibili lontano da palazzo Chigi
Con il voto di oggi, gli italiani sono chiamati a eleggere il nuovo parlamento e, indirettamente, anche il nuovo presidente del Consiglio. A meno di ribaltoni inaspettati, i sondaggisti sono abbastanza concordi nell’affermare che sarà la coalizione di centrodestra a esprimere il nome del prossimo premier. Che ne sarà dunque di Mario Draghi? Stando ai retroscena raccolti da La Stampa, sarebbero diverse le ipotesi sul tavolo per l’ex presidente della Bce, che di certo non ha intenzione di restare a palazzo Chigi, come lui stesso ha ribadito anche nell’ultima conferenza stampa.
Le 4 strade (+1) a disposizione di Draghi
La credibilità e la stima di cui gode Draghi sulla scena internazionale permettono all’attuale premier, qualora lo volesse, di ottenere un incarico a qualunque livello. Secondo La Stampa, sarebbero quattro le strade più accreditate per lui: segretario della Nato, presidente della Commissione europea, presidente del Consiglio Europeo e mediatore speciale tra Russia e Ucraina. Nel corso degli ultimi mesi, Draghi e Giorgia Meloni hanno avviato un dialogo per facilitare un possibile passaggio di consegne dopo il voto. E, se dovesse andare a Palazzo Chigi, la leader di Fratelli d’Italia potrebbe trovare in Mario Draghi una sorta di garante per il governo che verrà, soprattutto agli occhi degli altri leader europei e internazionali. Per questo, riporta La Stampa, in tanti dentro FdI considerano probabile una sorta di «patto implicito» tra i due.
Su una cosa, infatti, sembrano essere d’accordo tutti i leader di partito: difficilmente Draghi tornerà alla tranquillità di Città della Pieve. Enrico Letta ha detto che «ha ancora molto da dare alla politica», mentre il Terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi sventola da mesi il suo nome come alternativa a un governo Meloni. Sul tavolo, però, sempre stando alle ricostruzioni de La Stampa, ci sarebbe anche una quinta opzione per Draghi: il Quirinale. Un passaggio che in molti si aspettavano già a inizio anno, con l’elezione del presidente della Repubblica. A detta di alcuni dirigenti di Fratelli d’Italia, nel caso Sergio Mattarella dovesse decidere di lasciare il Colle in anticipo (come fatto da Giorgio Napolitano), potrebbe essere proprio Draghi a sostituirlo. In ogni caso, precisa La Stampa, non risulta che il premier «sia stato messo direttamente al corrente di tutti questi piani che lo vedrebbero protagonista». Dal suo staff, infatti, fanno sapere che a Draghi, qualora volesse intraprendere davvero una di queste strade, basterebbe semplicemente mostrare il proprio curriculum. Senza bisogno di alcun appoggio esterno.
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