Iran, l’appello del regista premio Oscar Asghar Farhadi: «Mobilitiamoci: le donne in piazza porteranno il cambiamento» – Il video
«Sono il regista Asghar Farhadi. Avrete ascoltato le recenti notizie dall’Iran e visto immagini di donne progressiste e coraggiose che guidano le proteste per i loro diritti umani insieme agli uomini. Lottano per diritti semplici ma fondamentali che lo Stato nega loro da anni». Inizia così l’appello lanciato dal regista iraniano, vincitore di due premi Oscar con Il cliente e Una separazione, rivolto agli artisti e agli intellettuali di tutto il mondo. Da settimane, in Iran, sono in corso proteste di massa in seguito all’uccisione di Mahsa Amini, la 22enne morta mentre era sotto custodia della polizia morale per non aver indossato correttamente lo hijab. Una morte che ha suscitato grande indignazione in tutto il mondo. «Le ho viste da vicino queste notti – sottolinea il regista nel suo video appello -. La maggior parte di loro è molto giovane. Ho visto indignazione e speranza nei loro volti e nel modo in cui marciavano per le strade. Rispetto profondamente la loro lotta per la libertà e il diritto di scegliere il proprio destino nonostante tutta la brutalità a cui sono soggette. Sono orgoglioso delle donne potenti del mio Paese e spero sinceramente che attraverso i loro sforzi raggiungano i loro obiettivi».
Attraverso questo video, Farhadi ha voluto rivolgere un invito al mondo dell’arte e, più in generale, «a tutti coloro che credono nella dignità umana e nella libertà», a essere solidali con i manifestanti iraniani. Le proteste che stanno sconvolgendo il Paese sono state represse con forza dal governo del presidente iraniano Ebrahim Raisi, portando ad almeno 31 civili uccisi. Nei giorni scorsi, le autorità hanno anche limitato l’accesso a internet per ostacolare l’organizzazione di nuove manifestazioni. Secondo Farhadi, però, saranno proprio le donne in piazza in questi giorni «le pioniere delle trasformazioni più significative» a cui andrà incontro l’Iran. Tutto, conclude il regista, sperando in «un domani migliore».
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