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POLITICABeppe GrilloElezioni politiche 2022M5SVideo

Beppe Grillo e il monologo davanti al nespolo: «Questo è il M5s, è vivo e continua a fare dei frutti bellissimi» – Il video

26 Settembre 2022 - 11:42 Maria Pia Mazza
Il co-fondatore del MoVimento ha commentato il risultato elettorale utilizzando una metafora botanica: le nespole rappresentano la pazienza

«Col tempo e con la paglia maturano le nespole e la canaglia», recita un antico proverbio italiano, ormai caduto in disuso. Il riferimento è all’uso della pazienza contro le «canaglie», ossia l’attesa di chi spera nel tempo affinché vi sia il passaggio dal periodo acerbo adolescenziale alla maturità adulta. Ciò vale anche per il frutto dell’albero in questione, le nespole, che nella simbologia botanica rappresentano la pazienza, la prudenza e la saggezza. Del resto si sa, è meglio non mangiare le nespole appena colte dall’albero, ma è meglio lasciarle maturare, ponendole in un cesto e riparandole con la paglia, per assaporarne successivamente il gusto, quando il frutto sarà maturato correttamente . E mentre lo spoglio delle schede continua, è proprio in un monologo davanti a un albero di nespolo che il co-fondatore e garante del del MoVimento 5 Stelle, Beppe Grillo, affida le sue riflessioni sui risultati delle elezioni politiche, vinte da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, ma che vede anche il M5s come terza forza politica in Italia, dopo le coalizioni di centrodestra e quella di centrosinistra. «Il grande nespolo – esordisce Grillo -. Gliene abbiamo fatte di tutti i colori a questo nespolo nel corso degli anni, eppure è rigoglioso, verde. E nonostante tutto sopravvive, con un filo di linfa e un po’ di tronco, e fa delle nespole bellissime. Questo è il Movimento 5 Stelle, questo è il simbolo: il nespolo, vivo». Il riferimento del garante pentastellato è alla base apparentemente logorata e scavata che però resiste, mentre le fronde, con un poco di linfa, continuano comunque a dare frutti, elettoralmente parlando. Nel frattempo, a Genova Sant’Ilario, nel seggio elettorale 617 e di riferimento per il fondatore del M5S, il Partito Democratico, con il 26,35% risulta il primo partito alla Camera Plurinominale, mentre il secondo partito è Fratelli d’Italia con il 19,53% delle preferenze, doppiando i voti raccolti dal M5s che si attesta al 9,65%.

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POLITICACateno De LucaElezioni politiche 2022Elezioni RegionaliMessinaSicilia

Elezioni, la lista di Cateno De Luca sbarca in Parlamento: per “Scateno” due seggi e il probabile secondo posto alle Regionali

26 Settembre 2022 - 11:38 Enrico Spaccini
Secondo gli exit poll, l'ex sindaco di Messina ha battuto da solo il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle

Il presidente di Regione sarà di centrodestra e il partito che ha preso più voti alle Politiche è il Movimento 5 Stelle. Ma in Sicilia, oltre a Renato Schifani e Giuseppe Conte, c’è un terzo protagonista di queste elezioni: Cateno De Luca. Già sindaco di Messina, potrebbe arrivare secondo alle Regionali nonostante sia sostenuto solo dalla sua lista, Sicilia Vera, mentre a livello nazionale il suo partito Sud chiama Nord ha conquistato due seggi sbarcando per la prima volta in Parlamento: Dafne Musolino al Senato e Francesco Gallo alla Camera. Secondo gli exit poll, De Luca potrebbe aver raccolto tra il 24% e il 28% dei voti, più del centrosinistra e dei 5 Stelle. Un risultato che appare sorprendente a chi non conosce la sua carriera politica. Soprannominato “Scateno“, in Sicilia ha conquistato popolarità grazie alla sua irruenza, alle sue provocazioni, la sua propensione a litigare con giornalisti e avversari, oltre che per i suoi procedimenti giudiziari.

ANSA – MICHELE NACCARI | Cateno De Luca si è spogliato per protestare contro il presidente dell’assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè che lo ha estromesso dalla commissione Bilancio

Quando era deputato all’assemblea regionale Siciliana, nel 2007, si presentò alla sede della provincia di Messina in mutande per protestare contro i tagli d’acqua alle Eolie. Oppure, quando venne escluso dalla commissione Bilancio dell’Ars, si presentò all’assemblea regionale a Palazzo dei Normanni vestito con la sola bandiera siciliana stringendo in una mano un pinocchio di legno e nell’altra una Bibbia. Da sindaco di Messina, venne condannato per vilipendio a pagare una sanzione da 1.500 euro perché aveva insultato la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese mentre era intento a bloccare i passeggeri dei traghetti in arrivo dalla Sicilia in pieno Covid.

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POLITICAElezioni politiche 2022FdIM5S

Elezioni, chi ha vinto nelle regioni: FdI il più votato al Nord, M5s al top nel Mezzogiorno

26 Settembre 2022 - 11:00 Ygnazia Cigna
Le sorprese a destra tra Veneto, Lombardia e Piemonte. Il tracollo del Pd

Fratelli d’Italia è il partito più votato in metà delle regioni d’Italia, soprattutto al Nord. Mentre al Sud e nelle Isole è il Movimento 5 Stelle a conquistare più preferenze. È questa la fotografia dell’elettorato italiano secondo gli ultimi dati parziali dello spoglio dei voti, quasi conclusi. Entrando nello specifico, il partito di Giorgia Meloni è il primo alla Camera in dieci regioni: Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Trentino Alto Adige, Umbria e Veneto. Per i pentastellati il primato è in Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. In particolare, in Campania il M5s si posiziona con il 34,87%, vicino al 33,8% del centrodestra. Distante il centrosinistra con il 21,9% dei voti. In Valle d’Aosta, invece, è andato ad Autonomie Progrès Fédéralisme che ha staccato di circa 9 punti percentuali con il partito di centrodestra. Nelle altre, laddove non è il primo partito, FdI si posiziona come secondo.

Cambio di bandiera in Toscana ed Emilia Romagna

Storico cambio di colore per due regioni tradizionalmente rosse: Toscana ed Emilia-Romagna. Nella prima il centrodestra si avvicina al 40% (38,56), mentre il centrosinistra al 33,86%. Al terzo posto ci sono i 5 Stelle di Giuseppe Conte con il 11,26% e Terzo polo in quarta posizione con il 9,33%. E anche in Emilia, nonostante un dignitoso 35,8% del centrosinistra, la vittoria è della coalizione del centrodestra con quasi il 38,9%. Terzo posto per i pentastellati che hanno preso il 10% dei voti. Sempre quarto il partito di Calenda e Renzi con l’8,4% delle preferenze.

FdI supera Salvini nelle roccaforti di Lega

Svolta storica nelle roccaforti della Lega: in Lombardia e in Veneto Fratelli d’Italia doppia il partito di Matteo Salvini. Come diverse regioni del nord, in Lombardia oltre il 50% delle preferenze è andato al centrodestra, di cui oltre il 27% a Giorgia Meloni, contro il 27% del centrosinistra. Terzo posto per il Terzo Polo con poco più del 10%. La Lega si è attestata al 14%, Forza Italia all’8%. Una ribalta non da poco se si prendono in esame i risultati raggiunti alle ultime elezioni politiche del 2018, in cui il 28% era alla Lega, il 14% a Forza Italia e circa il 4% a Fratelli d’Italia. Simile la situazione in Veneto, in mano a Luca Zaia, in cui sono cambiati gli equilibri interni. Centrodestra ha preso il 57% di cui il 32,6% di FdI, il 14,6% della Lega e il 7% a Forza Italia. Il tutto contro il 23% guadagnato dal centrosinistra. Di fronte a questi risultati c’è chi inizia a tirare le somme.

«Questa disfatta ha un nome e cognome: Matteo Salvini»

«Questa disfatta ha un nome e cognome, Matteo Salvini», dice Gianantonio Da Re, europarlamentare trevigiano della Lega, commentando il tracollo leghista in Veneto. «Dal Papeete in poi ha sbagliato tutto ha nominato nelle segreterie delle persone che hanno solo ed esclusivamente salvaguardato il proprio sedere», ha aggiunto. E per questo ne chiede le dimissioni: Deve passare «la mano a Massimiliano Fedriga e fissare in anticipo i congressi per la ricostruzione del partito».

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POLITICAAffluenzaAlessandro Di BattistaAstensioneElezioni politiche 2022FdIGiorgia Meloni

Di Battista ridimensiona la vittoria di Giorgia Meloni: «In nome di poco più della metà del Popolo italiano»

26 Settembre 2022 - 10:44 Maria Pia Mazza
L’ex esponente del M5s ha commentato su Facebook i risultati elettorali

«In nome di poco più della metà del Popolo italiano». Sono le parole dell’ex esponente del M5s, Alessandro Di Battista, che su Facebook ha telegraficamente commentato i risultati e i dati di queste elezioni politiche, vinte da Fratelli d’Italia e dalla leader Giorgia Meloni. E mentre lo spoglio delle schede continua, l’ex pasionario pentastellato, con una sola frase, ha voluto ridimensionare la vittoria del centrodestra, facendo riferimento all’affluenza che, durante questa tornata elettorale si è attestata al 63,91% degli aventi diritto, contro il 72,94% delle elezioni politiche del 2018. Un calo di ben 9 punti percentuali. Anche la leader di FdI, nel suo discorso dopo la vittoria elettorale, ha dichiarato: «Ha vinto il centrodestra, a guida FdI: questo è il momento della responsabilità davanti a decine di milioni di italiani». Ma Meloni si è detta anche rammaricata per il dato sull’astensione, commentando: «Ci sono troppi italiani che non si fidano delle istituzioni. Ci vuole piena dignità nel rapporto tra Stato e cittadini affinché esistano cittadini liberi, non sudditi».

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Russia, un uomo entra in una scuola e spara agli alunni: sale a 14 il bilancio dei morti, 21 i feriti – Il video

26 Settembre 2022 - 10:36 Redazione
È accaduto nella città di Izhevsk, nella Repubblica dell'Udmurtia. L'attentatore avrebbe usato 2 pistole e si è suicidato poco dopo

Un uomo vestito di nero, ancora di identità sconosciuta, è entrato questa mattina in una scuola della città di Izhevsk, nella Repubblica russa dell’Udmurtia, e ha aperto il fuoco. Stando alle prime informazioni, sulla maglietta che indossava c’erano stampati sopra dei simboli nazisti, un passamontagna e per sparare avrebbe usato due pistole Makarov. Secondo i media locali, e quanto riferito dall’agenzia Tass, il bilancio di morti è arrivato a 14, di cui 7 bambini e 7 adulti. Di questi, una è la guardia di sicurezza dell’istituto n.88. Tra i numerosi feriti, almeno 21, anche un altro bambino ricoverato in condizioni critiche. Il ministero dell’Interno afferma che l’autore dell’attacco si è sparato all’interno dell’edificio. Sul posto, oltre a polizia e ambulanze, è arrivato anche il capo dell’Udmurtia, Repubblica nell’area centro-occidentale del Paese, Alexander Brechalov e il ministro dell’Istruzione Svetlana Bolotnikova.

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POLITICACentrodestraElezioni politiche 2022FdILegaSenatoSimone PillonUmbria

Lega, Simone Pillon non sarà nel prossimo Parlamento: «Il mio seggio non è scattato». FdI primo partito anche in Umbria

26 Settembre 2022 - 09:47 Enrico Spaccini
L'ormai ex senatore della Lega promette che continuerà «a difendere la vita, la famiglia e i valori cristiani»

Simone Pillon non sarà nel prossimo Parlamento. A darne notizia è lo stesso, ormai ex, senatore della Lega in un tweet pubblicato questa mattina all’indomani delle votazioni: «Il mio seggio non è scattato, ma io non mi arrendo». Pillon era stato inserito nella lista del plurinominale di centrodestra in Umbria in seconda posizione, dietro a Valeria Alessandrini. Nonostante il suo mancato successo, il cuore verde d’Italia conferma il netto cambio di rotta intrapreso alle scorse Regionali. Il 27 ottobre del 2019 gli elettori umbri decisero di dare fiducia al centrodestra, votando per la leghista Donatella Tesei. Da quella prima presidente non di centrosinistra, l’Umbria ha continuato a percorrere la strada che ha portato Fratelli d’Italia a essere primo partito anche in una delle regioni che, una volta, era considerata “rossa” alla pari di Toscana ed Emilia-Romagna. In questo modo, il centrodestra è riuscito a conquistare tutti i collegi messi a disposizione a Perugia e a Terni. Alla Camera, nel capoluogo è stato eletto Virginio Caparvi, segretario regionale della Lega, mentre nella seconda provincia è stato scelto il deputato uscente di Forza Italia, Raffaele Nevi. Al Senato, invece, andrà Francesco Zaffini, coordinatore regionale di FdI. Ecco che Pillon rimane senza poltrona, dichiarando comunque di restare a «disposizione della Lega e del centrodestra», annunciando che continuerà «a difendere la vita, la famiglia e i valori cristiani». Ovviamente, «dove e come Dio vorrà».

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ESTERIRussiaSparatorieUcrainaVideo

Russia, un uomo spara nel centro di leva che recluta per la guerra in Ucraina – Il video

26 Settembre 2022 - 09:34 Redazione
Ha sparato al comandante militare, che è morto. Il filmato di un incendio doloso in un altro centro

Andrew Roth, giornalista del Guardian, ha pubblicato su Twitter un video che mostra un uomo che apre il fuoco sul comandante militare di un centro di leva nella città di Úst-Ilimsk nella regione di Irkutsk. L’uomo è morto. Max Seddon, che invece lavora per il Financial Times, ha pubblicato invece sul social network il filmato di un incendio doloso in un altro centro di reclutamento a Volgograd nel Sud della Russia.

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POLITICAAntonio TajaniCentrodestraElezioni RegionaliForza ItaliaRenato SchifaniSicilia

Elezioni Sicilia, Renato Schifani verso la vittoria. Tajani: «Sarà lui il presidente della Regione»

26 Settembre 2022 - 09:13 Redazione
Secondo gli ultimi exit poll l'esponente di Forza Italia avrebbe superato di oltre 10 punti Cateno De Luca

«Pare proprio che sia Schifani il futuro presidente». Il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, annuncia l’imminente vittoria del proprio candidato alle regionali in Sicilia. Avvocato palermitano, già presidente del Senato e capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama, Renato Schifani, secondo gli ultimi exit poll, avrebbe ottenuto dal 37 al 41% di consensi, con Cateno De Luca di Sicilia Vera ed ex sindaco di Messina indietro di oltre 10 punti: 24%-28%. Terza Caterina Chinnici, di Pd e Centopassi, che non arriva al 20%. Poco dietro Nuccio Di Paola, rappresentante del Movimento 5 Stelle, che potrebbe ottenere una percentuale di voti che oscilla tra il 13 e il 17.

Gli scrutini

Gli scrutini inizieranno solo alle 14 di oggi pomeriggio, 26 settembre. Sembra, quindi, essersi rivelata determinante la rottura tra i Dem e i pentastellati avvenuta alla vigilia delle elezioni, dopo lo svolgimento delle Primarie che avevano visto Chinnici affermarsi. Un risultato contrapposto a quello delle Politiche, dove il M5S si è affermato come primo partito dell’isola, con percentuali che variano di collegio in collegio tra il 27% e il 30%. Fratelli d’Italia, indietro di circa 10 punti, si conferma anche qua primo partito del centrodestra. Rimane forte, comunque, la presenza di Forza Italia che ottiene un risultato ben più alto che in altre parti del Paese, intorno al 10%. Il dato di affluenza alle Regionali parla di un 48,62% di elettori che hanno espresso la loro preferenza. Meno della metà, ma comunque più del 2017 quando a votare andò il 46,75%.

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Marine Le Pen e il figlio di Bolsonaro applaudono Giorgia Meloni: «Finalmente un governo patriottico»

26 Settembre 2022 - 09:07 Ygnazia Cigna
Le congratulazioni a FdI da alleati e simpatizzanti. Il governo della Francia: vigileremo sull'aborto

«Il popolo italiano ha deciso di prendere in mano il proprio destino eleggendo un governo patriottico e sovranista». Sono le parole di Marine Le Pen che su Twitter si è congratulata con Giorgia Meloni e Matteo Salvini «per aver resistito alle minacce di un’Unione Europea antidemocratica e arrogante ottenendo questa grande vittoria». Dalla Francia arriva anche il commento della premier Elisabeth Borne che ha annunciato come il suo paese sarà attento al rispetto dei diritti umani e dell’aborto in Italia.

A celebrare il risultato di Fratelli d’Italia alle elezioni che ieri 25 settembre ha portato circa il 64% degli elettori alle urne, c’è il figlio del presidente del Brasile Jair Bolsonaro, Eduardo, deputato federale dello Stato di San Paolo. Sui suoi canali social ha condiviso una foto di Meloni con lo striscione «Difendiamo Dio, patria e famiglia» e ha scritto: È un successo. E anche lui ci ha tenuto a sottolineare come Giorgia Meloni possa essere la prima donna a ricoprire il ruolo di presidente del Consiglio in Italia.

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POLITICAAzioneCarlo CalendaElezioni politiche 2022Terzo polo

Carlo Calenda e l’ammissione della sconfitta: «L’obiettivo non è stato raggiunto»

26 Settembre 2022 - 08:59 Redazione
Il leader di Azione: ora costruiamo una rappresentanza stabile dell'Italia che cerca una politica seria

L’obiettivo di lasciare Draghi a Palazzo Chigi non è stato raggiunto. Ma Azione ha il compito di costruire una politica seria. In un comunicato mandato alle agenzie di stampa Carlo Calenda ammette la sconfitta del Terzo Polo alle elezioni. Ma prova anche a rilanciare. L’analisi del voto parte dai risultati: «Gli italiani hanno scelto di dare una solida maggioranza alla destra sovranista. Consideriamo questa prospettiva pericolosa e incerta. Vedremo se la Meloni sarà capace di governare; noi faremo un’opposizione dura ma costruttiva». Poi l’ammissione della sconfitta: «L’obiettivo di fermare la destra e andare avanti con Draghi non è stato raggiunto. Sentiamo in primo luogo il dovere di ringraziare il Presidente Del Consiglio per il lavoro svolto a servizio del paese. Così come ringraziamo i quasi due milioni di cittadini che hanno deciso di votare una lista nata a ridosso delle elezioni». Ma l’ex ministro dello Sviluppo di Renzi non ha intenzione di mollare: «In meno di due mesi abbiamo costruito una casa per i liberali, i riformisti e i popolari. Una casa per gli italiani che non vogliono un paese fondato sui sussidi e le regalie ma che vogliono rimanere a testa alta tra i grandi paesi europei, saldamente ancorati all’Occidente e ai suoi valori. Nei prossimi mesi si consolideranno tre schieramenti: la destra al governo; una sinistra sempre più populista che nascerà dalla risaldatura tra Pd e 5S, e il nostro polo riformista. Abbiamo il compito di dare una rappresentanza stabile e organizzata all’Italia che cerca una politica seria. Con quasi l’8% dei consensi partiamo da solide basi. Avvieremo subito un cantiere affinché questo processo sia ampio e partecipato».

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ATTUALITÀBolletteCarovitaEnergia elettricaGas

Bollette, la stangata in arrivo ad ottobre: ecco i nuovi aumenti su luce e gas

26 Settembre 2022 - 08:44 Redazione
I consumatori tutelati pagano circa 25 centesimi al chilowattora per la luce. A ottobre potrebbe raddoppiare raggiungendo i 50 centesimi

Nuovi aumenti in bolletta in arrivo in autunno. Verranno aggiornate le tariffe di luce e gas dall’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera). E Assoutenti lancia l’allarme: nel 2023 il conto per le forniture energetiche arriverà a raggiungere quota 5.266 euro, ovvero il 300% in più rispetto al 2020. Il prossimo mese subirà modifiche anche il metodo di aggiornamento dei costi per quanto riguarda la materia prima del gas per le famiglie che sono nelle condizioni di tutela. E, secondo quanto riferisce Il Messaggero, si tratta di circa 7,3 milioni di utenze domestiche: un terzo del totale. Non più su base trimestrale: l’aggiornamento sarà mensile. Per tutelare gli utenti si baserà sulla media dei prezzi effettivi del mercato all’ingrosso Psv italiano e non più sulle quotazioni di quello all’ingrosso. Un metodo che mira a garantire la continuità delle forniture ai clienti. I rincari però peseranno su un Italia che sta attraversando un periodo delicato e in cui avremo un governo indicato dalle urne e uno in carica per continuare gli affari correnti.

Gli aumenti attesi

Per il momento, i consumatori tutelati pagano circa 25 centesimi al chilowattora per la luce. E a ottobre potrebbe raddoppiare raggiungendo i 50 centesimi. I venditori dovranno adottare però nuovi obblighi di trasparenza: di fronte a ricalcoli di prezzo dovranno a giustificarlo ai consumatori segnalando le modalità di determinazione del prezzo. Dall’inizio dell’anno, riporta Assoutenti, la famiglie hanno pagato una media di 1.231 euro in più rispetto al 2020 nelle bollette di luce e gas. Ora si attende un’ulteriore stangata nel 2023. Sul fronte del gas la bollette potrebbe arrivare a 3.052 euro e a 2.214 euro per quella della luce.

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Monica Cirinnà, Soumahoro, Fiano, Rossi: le incredibili sconfitte di Pd e centrosinistra nei collegi “sicuri”

26 Settembre 2022 - 08:26 Enrico Spaccini
Crollo anche nelle regioni storicamente "rosse". Fratelli d'Italia strappa la Lombardia alla Lega e concede una sola vittoria al Pd

Li chiamavano seggi sicuri. Sì, perché la vittoria del centrodestra, e in particolare di Fratelli d’Italia, è stata così schiacciante da aver ormai tolto ogni sicurezza al centrosinistra. Le Regioni “rosse” sono ormai un lontano ricordo, con un ultimo baluardo rimasto in piedi solo nelle aree centrali dell’Emilia-Romagna. È la Toscana, probabilmente, ad aver regalato le delusioni più grandi e più difficili da digerire per il Pd e tutta la sua coalizione. A cominciare da Enrico Rossi. Pisano di nascita, ha alle spalle 32 anni di carriera politica buona parte della quale vissuta nella sua regione: prima da sindaco di Pontedera, poi da presidente di tutta la Toscana per due mandati consecutivi fino al 2020. In queste elezioni che ha definito in modo inequivocabile «una catastrofe», si è ritrovato come sfidante un altro Rossi: Fabrizio, vicesindaco di Grosseto e coordinatore regionale per FdI. I risultati parlano di un 33,9% contro il 40,7%, con il nuovo Rossi che andrà in Parlamento lasciando in Toscana quello vecchio del Pd.

Il crollo toscano

Ma l’ex presidente di Regione non è l’unico big a essere caduto in Toscana. Anche Andrea Marcucci, presidente della Commissione istruzione pubblica e beni culturali, non è riuscito a superare il suo sfidante Manfredi Potenti. Il senatore leghista ha, infatti, battuto al Senato il collega del Pd per 39,1% a 32,9%: «I risultati vanno sempre rispettati», ha scritto Marcucci su Twitter, «auguro buon lavoro al senatore Potenti». Non ce la fa, seppur con uno scarto minore, nemmeno Stefano Ceccanti. In Parlamento dal 2009, prima come senatore poi da deputato, è stato battuto per 39,8% a 35,1% dal rivale leghista Edoardo Ziello. Infine, l’ex sottosegretario di Stato con Matteo Renzi, Tommaso Nannicini, esce con le ossa rotte dallo scontro con Erica Mazzetti che lo ha surclassato con un 40,2% contro un 33,6%.

Dalla Lombardia solo centrodestra

In Lombardia, invece, il centrodestra ha di fatto stabilito il proprio dominio con FdI che ha prevalso anche sugli alleati della Lega. Emanuele Fiano (Pd), ad esempio, era stato chiamato ad affrontare una delle imprese più ardue: il collegio di Sesto San Giovanni. Il Comune della periferia milanese che una volta era chiamato la “Stalingrado d’Italia”, ma che alle ultime amministrative ha scelto come sindaco per la seconda volta consecutiva Roberto Di Stefano della Lega, ha votato per il 45,4% Isabella Rauti, lasciando al candidato del Pd solo il 30,9% di voti. Inaspettato, invece, il tracollo dell’ex commissario scelto da Enrico Letta per la spending review scelto, Carlo Cottarelli, che ha raccolto poco più della metà di preferenze contro Daniela Santanché: 27,4% contro il 52,2%. L’unico uninominale per il Senato vinto dal Pd in Lombardia è quello di Milano Buenos Aires, dove Antonio Misiani è stato eletto con il 39,07% di schede a suo favore.

Gli altri grandi sconfitti

Che il leader e fondatore di Impegno Civico, Luigi Di Maio, è stato battuto nel collegio di Napoli Fuorigrotta dal pentastellato ed ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa si sapeva già prima del termine dello spoglio delle schede. Quando ormai i voti da registrare sono poco più di una manciata, i numeri parlano di 24,3% per l’uscente ministro degli Esteri e di un 40,5% per Costa. Lo stesso discorso vale per Emma Bonino. La candidata di +Europa ha vinto lo scontro fratricida nel collegio Lazio 2 contro Carlo Calenda (33,2% contro 14%). Ma deve comunque lasciare il posto in Parlamento all’esponente del centrodestra Lavinia Mennuni, capace di raccogliere il 36,3% delle preferenze. Nel Lazio, poi, anche Monica Cirinnà è stata battuta: 31,2% contro il 37,1% di Ester Mieli. Il sindacalista Aboubakar Soumahoro era, con Ilaria Cucchi, una delle personalità più di spicco tra i candidati dell’Alleanza Verdi-Sinistra italiana. Ma mentre l’attivista romana è riuscita a vincere in Toscana con un margine del 10% su Federica Picchi, Soumahoro è stato sconfitto per una manciata di voti da Daniela Dondi: 36% contro il 37,4%.

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