Cesare Battisti non è più sottoposto alla “massima sicurezza”. FdI insorge: «Ultimo soccorso al terrorismo rosso. Un’aberrazione»
Il regime di carcerazione di Cesare Battisti è stato declassificato da alta sicurezza a comune. Il provvedimento dell’amministrazione penitenziaria, secondo quanto si apprende dall’Ansa, è stato notificato nei giorni scorsi direttamente all’ex terrorista nel carcere di Ferrara, dove si trova da giugno 2021. L’ex leader dei Pac (Proletari armati per il comunismo), che da tempo sollecitava il provvedimento, al fine di «scontare la pena positivamente e costruttivamente», potrebbe essere trasferito nel carcere di Parma, ma attualmente si trova ancora a Ferrara. Contro la declassificazione del suo regime carcerario è insorto Alberto Torregiani, il figlio del gioielliere ucciso dai Pac in una sparatoria – alla fine degli anni ’70 – dove anche lui stesso perse l’uso delle gambe. «È stato spudorato e spartano», ha dichiarato all’Ansa. «Non sono d’accordo con questa decisione – continua -. Poi farà altre richieste che potrebbero venire approvate, come quella del lavoro sociale prima in carcere e poi all’esterno». Ancor prima che venisse confermato il provvedimento, Fratelli d’Italia ha annunciato un’interrogazione parlamentare: «Sarebbe semplicemente inaccettabile. Inaccettabile per le vittime dei suoi reati. Inaccettabile per le modalità assunte. Battisti è e deve rimanere a Ferrara in regime di alta sicurezza come spetta ai terroristi come lui. Il suo trasferimento in regime comune a Parma va bloccato come la declassificazione del suo regime detentivo», ha dichiarato alla Camera il deputato FdI Galeazzo Bignami. «Fratelli d’Italia presenterà un’interrogazione immediata e fin da subito verificherà cosa sta facendo il Dap proprio ora, a pochi giorni dal cambio di governo, e perché sarebbe stata assunta questa decisione gravissima», ha aggiunto.
La risposta del garante dell’Emilia-Romagna
Alla polemica sollevata da Bignami ha subito risposto il garante regionale delle persone sottoposte a misure limitative o restrittive della libertà dell’Emilia-Romagna, Roberto Cavalieri: «Per giudicare questi provvedimenti dell’amministrazione penitenziaria bisogna conoscere le norme e le leggi. Dire che non è accettabile vuol dire ammettere di non conoscerle», ha commentato all’Ansa. «Questa persona (Battisti, ndr) ha seguito l’iter normativo in modo corretto, l’amministrazione penitenziaria ha riconosciuto quello che non poteva non riconoscergli. Declassificazione non significa che l’amministrazione penitenziaria cancella il fatto che ha fatto reati terroristici, ma è una questione gestionale e logistica. Non incide sul tipo di condanna che ha avuto. Vuol dire che diventa un detenuto comune», ha aggiunto.
L’affondo di Delmastro Delle Vedove
La spiegazione non è bastata a placare il disappunto di Fratelli d’Italia, che ha rincarato la dose tramite il suo responsabile della giustizia, Andrea Delmastro: «Ultimo soccorso al terrorismo rosso. Una aberrazione! Dopo anni di latitanza, appena assaggiato il regime carcerario italiano il criminale terrorista ottiene la declassificazione a detenuto comune. Una vergogna! Ancora più una vergogna che il Dap stia prendendo questa gravissima e scellerata decisione a pochi giorni dal cambio del governo. L’impunità del terrorismo rosso non è certamente la politica che il governo di centrodestra intende mettere in campo», ha dichiarato.