Mondiali di calcio 2022, la Danimarca scenderà in campo con delle divise pensate per criticare il Qatar: «Questo torneo è costato migliaia di vite»
Durante i Mondiali di calcio, che si terranno dal 20 novembre al 18 dicembre in Qatar, la Nazionale della Danimarca indosserà delle divise particolari, pensate per criticare la situazioni dei diritti umani nel Paese ospitante. Lo sponsor tecnico della squadra, l’azienda danese Hummel Sport, ha realizzato tre maglie a tinta unita, una rossa, una bianca e una nera, da cui ha scelto di far quasi scomparire il logo e gli altri dettagli, in segno di protesta e di rispetto per «le migliaia di lavoratori morti» nel corso degli ultimi anni durante la costruzione di stadi e infrastrutture dedicati all’evento calcistico. «Non vogliamo essere visibili durante un torneo che è costato la vita a migliaia di persone», ha scritto Hummel sui suoi canali social in occasione del lancio delle nuove divise.
«Volevamo mandare un duplice messaggio. Le maglie non si ispirano solo a Euro 92, il più grande successo calcistico della Danimarca (quando la Nazionale danese vinse il suo unico titolo agli Europei del 1992, ndr), ma anche a una protesta contro il Qatar e la situazione dei diritti umani all’interno del Paese. Ecco perché abbiamo attenuato il nostro logo. Non vogliamo essere visibili durante un torneo che è costato la vita a migliaia di persone. Sosteniamo la nazionale danese fino alla fine, ma questo non vuol dire sostenere il Qatar come nazione ospitante. Crediamo che lo sport debba unire le persone. E quando non succede, vogliamo prendere posizione». Hummel ha poi dedicato un secondo post alla sola maglia nera, una scelta cromatica tutt’altro che casuale: «Il colore del lutto. Il colore perfetto per la terza maglia della Danimarca per la Coppa del Mondo di quest’anno». «Desideriamo – ribadisce l’azienda – fare una dichiarazione sulla situazione dei diritti umani in Qatar e sul trattamento riservato ai lavoratori migranti che hanno costruito gli stadi». Una presa di posizione che, a giudicare dai commenti sotto i post di Hummel, ha generato reazioni contrastanti: se c’è chi loda l’azienda, la maggior parte degli utenti ritiene si tratti di una protesta “di facciata” e accusa lo sponsor di ipocrisia: «Perché non boicottare il torneo? Quella sì che sarebbe una vera presa di posizione».
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