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Mondo di mezzo, la Cassazione conferma le condanne per Carminati e Buzzi

29 Settembre 2022 - 23:57 Redazione
Al vecchio esponente dei neofascisti Nuclei Armati Rivoluzionari sono stati decisi 10 anni di reclusione. Per chi gestiva la rete della spartizione degli appalti 12 anni e 10 mesi

La Cassazione ha confermato le condanne a 10 anni di reclusione per l’ex Nar Massimo Carminati e a 12 anni e 10 mesi per Salvatore Buzzi, ex ras delle cooperative, nell’ambito del processo Mondo di Mezzo. I giudici hanno accolto solo il ricorso della difesa di Franco Panzironi, mentre ha respinto quelli di altri sette imputati. Accolta anche la richiesta di eliminare la misura di un anno di vigilanza per Pucci, Testa, Garrone e Caldarelli. Nel primo processo di appello del 2018, Carminati, vecchio esponente dei neofascisti Nuclei Armati Rivoluzionari, era stato condannato a 14 anni e mezzo e a Salvatore Buzzi, coordinatore della rete cooperative che si spartiva gli appalti sulla Capitale, erano stati inflitti 18 anni e 4 mesi. A quasi otto anni dalla retata che diede il via all’operazione Mondo di mezzo e a tre anni dalla caduta dell’accusa di associazione mafiosa per tutti gli imputati, ora si chiude l’ultimo capitolo dell’inchiesta che ha scosso le profondità più nascoste della Capitale. I giudici della Corte di Cassazione hanno respinto i ricorsi delle difese e confermato le condanne stabilite nell`Appello bis. Per Buzzi, ultimati i conteggi sulla porzione di pena già scontata, potrebbe significare il ritorno in carcere. Carminati invece potrebbe andare ai servizi sociali. La procuratore generale della Cassazione aveva chiesto di dichiarare inammissibili i ricorsi di Carminati e Buzzi: «I fatti riferiti a Carminati permangono gravi». E per Buzzi il sostituto procuratore generale, Lidia Giorgio, aveva evidenziato il «ruolo apicale svolto» dall’ex ras delle cooperative «unitamente al Carminati» oltre al «numero e alla gravità delle condotte accertate, al pesante e grave inquinamento della cosa pubblica, nonché all’assoluto disinteresse di Buzzi per i controlli pubblici, al completo ribaltamento della logica ispiratrice del mondo delle cooperative».

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