Bollette, la stangata non è per tutti: chi avrà i nuovi aumenti e il nuovo decreto di Meloni in arrivo
Una stangata ma non per tutti. Dal primo ottobre saranno 7 milioni le famiglie che vedranno aumentare del 59% il costo della bolletta dell’energia elettrica. E dal 632 euro l’anno del 2021 si troveranno ora a pagarne 1.322. Sono coloro che hanno un contratto nel mercato tutelato. Mentre per il gas bisognerà aspettare i primi giorni del mese. Per sapere di quanto ancora aumenterà. Ma mentre la Germania vara il suo personale “Whatever it takes” sull’energia, anche l’Italia si prepara a fare altrettanto. Una telefonata tra Mario Draghi e Giorgia Meloni ieri è servita a studiare il primo decreto del nuovo governo. Che avrà una dotazione di 25 miliardi. E una moratoria sui debiti di famiglie e imprese. Ma la nuova premier in pectore vuole anche chiedere aiuto a Bruxelles. Per evitare lo scostamento di bilancio.
Elettricità, gli aumenti per il mercato tutelato
Il rincaro dell’energia elettrica è quindi limitato agli utenti in maggior tutela. Ovvero poco più di 7 milioni, come ha fatto sapere l’autorità dell’energia Arera. Non riguarda invece tutti gli altri del libero mercato. L’incremento, spiega oggi la Repubblica, è calcolato su una “famiglia tipo” con consumi medi di 2.700 kilowattora all’anno. Per la quale si calcola che la spesa per la luce da gennaio a dicembre salga a 1.322 euro, più del doppio dai 632 euro del 2021. Ma l’aumento è comunque destinato a trasferirsi a tutti nel tempo, visto che il mercato tutelato opera come benchmark per le altre tariffe del settore. La Stampa pubblica oggi una simulazione dell’effetto degli incrementi sulle utenze-tipo. Il costo stagionale (novembre-marzo) nell’inverno 2022-2023 e 2019-2020 per riscaldamento, cucina e acqua di un’abitazione a Milano in classe energetica G è di:
- per una famiglia di 4-5 persone che vive in 110 metri quadri cresce da 1.241 a 3.645 euro;
- nel caso di un nucleo di 3-4 persone in 70 metri quadri incrementa da 832 a 2.374 euro;
- per un single che vive in 38 metri quadri la crescita è da 490 a 1.317 euro.
Il Resto del Carlino aggiunge che sul gas l’Autorità per l’energia farà conoscere le sue decisioni a novembre. E da ora in poi comunicherà gli aumenti mese per mese. «Il prezzo del gas non dovrebbe raddoppiare il prossimo mese e non abbiamo in questo momento un’evidenza di un’esplosione significativa della morosità», ha detto il presidente Stefano Besseghini. Ma le tensioni sui mercati internazionali, soprattutto dopo l’incidente del gasdotto Nord Stream, hanno di nuovo fatto salire il livello di allarme anche in Italia.
Cosa succede a chi è nel regime di mercato libero
La stangata quindi riguarda coloro che sono in regime di mercato tutelato. Ovvero chi non ha mai cambiato fornitore dopo la liberalizzazione del settore dell’energia. Il 35% del totale delle utenze, secondo Repubblica. Che spiega che si tratta in massima parte di utenti domestici, partite Iva e piccole imprese. Gli aumenti avrebbero potuto essere superiori se l’Autorità non ne avesse rinviato al prossimo trimestre una parte. In particolare, la differenza tra i prezzi reali che si sono verificati sul mercato del gas (che contribuisce per il 45% alla produzione di energia elettrica) e quelli che erano stati previsti tre mesi fa dall’Autorità: una differenza che penalizza i consumatori. Ma presto gli aumenti si trasferiranno al mercato libero. La cui utenza ha contratti di una validità di circa due anni in media. Ma quando si trattano i rinnovi, le imprese dell’energia usano come riferimento il prezzo del mercato tutelato. Chi è vicino alla scadenza presto subirà gli effetti degli aumenti delle altre categorie.
La telefonata di Meloni con Draghi
Intanto ieri una telefonata tra Meloni e Draghi ha inaugurato l’impegno del nuovo governo sulle bollette. La nuova premier vuole che sia l’Europa ad occuparsi della questione. Perché chiedere a Bruxelles di muoversi significa evitare interventi in deficit e scostamenti di bilancio. Per gli aiuti che servono oggi intanto in cassa ci sono circa 25 miliardi. Dieci arrivano dal minor deficit di quest’anno. Altri dieci dovrebbero arrivare da imposte e tributi. Un miliardo è avanzato dal Decreto Aiuti Ter. E altri 5 dovrebbero arrivare dalla tassa sugli extraprofitti modificata. Cosa c’è da fare con questi soldi? Intanto estendere i crediti d’imposta per le imprese energivore a dicembre. Poi prorogare lo sconto sulle accise. Si valuta anche un bis del bonus da 150 euro per lavoratori, autonomi e pensionati. Ma la partita vera è quella delle garanzie. Meloni vuole aprire un grande ombrello di Stato su famiglie e imprese per le bollette. Quindi vuole partire da una moratoria su mutui e debiti. Per rinegoziare le somme dovute in tempi più lunghi. E infine vuole dare garanzie pubbliche a famiglie e imprese in difficoltà. Per evitare i distacchi. Ma anche – e soprattutto – per tutelare le imprese fornitrici di energia. Che oggi si rifiutano di stipulare i contratti senza le garanzie di pagamento.
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