La rabbia di Draghi sulla Germania per il piano sul gas: «Così rompiamo il fronte europeo»
Il premier Mario Draghi è molto irritato per il “Whatever it takes” della Germania sul gas. L’annuncio del cancelliere Olaf Sholz sullo scudo da 200 miliardi, nelle intenzioni, è una risposta a Vladimir Putin. E il piano annunciato da Berlino a sostegno di famiglie e imprese non sarà finanziato con nuovi prestiti, ma dalla riattivazione di un fondo di stabilizzazione economica usato già durante la crisi finanziaria del 2008 e la pandemia da Coronavirus. Ma oggettivamente rompe il fronte comune dell’Europa. E la decisione rischia di allontanare le misure strutturali e vantaggiose per tutti i paesi membri. Per il governo porterà a tre errori: rottura della solidarietà europea, distorsione del mercato e aumento del debito tedesco. E il premier minaccia anche di non condividere con gli altri paesi europei le riserve di gas già stoccate.
Il bullismo olandese
Un retroscena del Corriere della Sera a firma di Francesco Verderami racconta l’irritazione di Draghi. Che parte da lontano, ovvero dalle trattative all’interno della Commissione Europea sul price cap. Il tetto al prezzo del gas è ritenuto dall’attuale premier come fondamentale. Ma Ursula von der Leyen si è permessa di ignorare la lettera con cui 15 paesi lo chiedevano. Una scelta vissuta come un atto di bullismo in collaborazione con l’Olanda. Che al tetto al prezzo è contraria da sempre. Adesso anche nell’Unione Europea c’è chi alza la voce contro Berlino. Definendo la mossa dei tedeschi «unilaterale e anti-solidale». Non solo: il piano tedesco potrebbe configurarsi come un aiuto di Stato. Uno di quelli su cui la Ue in teoria è chiamata a vigilare. I 15 paesi che hanno firmato la lettera sul tetto invece puntavano ad altro. Ovvero a una specie di Recovery Fund per l’energia allo scopo di affrontare questa specifica crisi. Mentre Giorgia Meloni prepara il primo decreto del suo governo (proprio sulle bollette), questo era lo stesso auspicio della nuova premier. Che infatti puntava a un salvataggio da Bruxelles che avrebbe portato sia il disaccoppiamento dei prezzi dell’elettricità da quelli del gas che i soldi per fare fronte agli incrementi. La mossa tedesca pone uno stallo completo sulla questione. Martedì prossimo a Praga la Commissione proverà a riformulare il pacchetto di aiuti. Ma con la mossa della Germania, le possibilità di un’approvazione si riducono sempre di più.
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