Istat, ancora in salita i prezzi del «carrello della spesa»: +11,1% a settembre, non succedeva dal 1983
Era da 39 anni che non si vedeva una crescita così alta dei prezzi del «carrello della spesa» rilevati dall’Istat. Secondo il report mensile dell’istituto di statistica a settembre 2022 l’aumento dei prezzi dei beni di consumo è stato dell’11,1% rispetto all’anno precedente. Un dato secondo solo a quello del 1983, quando il rincaro era stato del 12,2%. A pesare sull’accelerazione dell’inflazione, arrivata all’8,9% dopo l’8,4% di agosto, sono soprattutto i prodotti alimentari, cresciuti all’11,5% rispetto al 10,1% di agosto, oltre a quelli ricreativi, culturali e per la cura della persona, passati in un mese dal 4,6% al 5,7%. Inevitabilmente a incidere ci sono anche i beni energetici, seppure con un rallentamento nella crescita, che hanno segnato un rincaro del 44,5%, con quelli regolamentati saliti del 47.7% e quelli non regolamentati del 41,2%. Mente sale l’inflazione su base annua, rallenta a settembre l‘indice Nic, cioè quelli dei prezzi al consumo per l’intera collettività, salito dello 0,3%. Ad agosto l’aumento era stato dello 0,8%. Nonostante il freno, i rincari non si fermano ad esempio sui prezzi dei beni non durevoli (da+3,8% a +4,7%) e dei beni semidurevoli (da+2,3% a +2,8%). Decelerano anche i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +8,4% a +7,2%). Su base annua accelerano i prezzi dei beni (da +11,8% a +12,5%), mentre è sostanzialmente stabile la crescita di quelli dei servizi (da +3,8% a +3,9%); si amplia, quindi, il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -8,0 di agosto a -8,6 punti percentuali). L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente ai prezzi dei Beni alimentari non lavorati (+2,0%), dei Beni semidurevoli (+1,0%), degli Alimentari lavorati (+0,8%) e dei Beni durevoli (+0,6%) ed è in parte frenato dal calo dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-4,2% dovuto per lo più a fattori stagionali).
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