Lombardia, alta tensione Moratti – Fontana. Lei non arretra, lui: «Se insiste a candidarsi al mio posto deve lasciare»
Sale il livello dello scontro fra il presidente della Lombardia Attilio Fontana e Letizia Moratti, la sua vice che l’anno prossimo vorrebbe candidarsi al suo posto a governare la Regione. L’intervista rilasciata ieri sera da Letizia Moratti aveva già alzato i toni, ma l’incontro chiarificatore di questa sera sembra non aver fatto altro che cristallizzare la situazione: il governatore Fontana ha parlato, al termine della riunione, di un rapporto ormai «incrinato», sebbene non abbia sollevato Moratti dal suo incarico. I due, ormai più avversari che alleati, si sono trattenuti per poco più di mezz’ora. «Questa sera ho evidenziato alla vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti, in maniera chiara e inequivocabile, che il nostro rapporto fiduciario, sul piano del posizionamento politico, si è incrinato. Ciò nonostante – ha sottolineato Fontana -, essendo io il garante della coalizione in Lombardia e per senso di responsabilità rispetto al momento politico nazionale che stiamo vivendo, mi riservo di prendere una decisione definitiva dopo un confronto con i leader nazionali». Simile la dichiarazione di Moratti, che ha confermato «la coerente disponibilità offerta al centrodestra»: «Resto in fiduciosa attesa che si esprimano definitivamente in merito i leader nazionali del centrodestra dopo la formazione del nuovo governo, che in questo momento è la priorità assoluta del nostro Paese».
La palla, infatti, passa inevitabilmente alla triade a capo della coalizione. La Lega si stringe attorno al suo uomo e oggi Matteo Salvini nel suo incontro con Silvio Berlusconi avrebbe chiesto al leader di Fi di fare fronte comune per difendere Fontana e arginare in qualche modo Moratti. Ma dalla coalizione non è ancora arrivata una investitura ufficiale. Anche perché, sebbene Fontana sia il governatore uscente e nel risiko delle posizioni la Lombardia spetti al Carroccio, le ultime elezioni hanno cambiato i rapporti di forza nella coalizione. Senza contare che Moratti può contare sulle sue risorse, la sua rete di conoscenze e su un profilo civico che potrebbe attrarre anche gli elettori del Terzo polo. Tanto più, come ha ricordato l’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, che il primo a fare il suo nome come possibile candidata alla presidenza era stato il leader di Azione Carlo Calenda.
I precedenti
Ieri, 29 settembre, ospite di Marco Damilano su Rai3, Moratti ha annunciato la sua disponibilità a correre per il centrodestra, area da cui avrebbe registrato sostegno alla candidatura. È andata anche oltre, ribadendo che il passaggio di testimone le era stato promesso quando aveva accettato di diventare assessore al Welfare in piena emergenza pandemica, e soprattutto ha spiegato di essere «in campo con una rete civica». Attilio Fontana, dopo una secca smentita, l’ha convocata oggi per «chiarire»: «Bisogna che si dia una svolta e che si capisca se vuole essere ancora parte di questa squadra o fare parte di un’altra squadra», aveva osservato. In altre parole: Moratti non può stare in giunta se è disposta a correre contro il centrodestra con la sua lista.
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