L’ultima minaccia del Cremlino: «Liberemo il Donetsk fino ai confini del 2014. Irresponsabile chi parla di escalation nucleare»
«L’intero territorio della Repubblica popolare di Donetsk verrà liberato entro i confini del 2014». A darne l’annuncio è il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, nel giorno della firma dei trattati sull’annessione alla Russia delle quattro regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Cherson e Zaporizhzhia. La scorsa settimana, gli abitanti di quei territori – oggi occupati militarmente dai russi – sono stati chiamati a esprimersi sulla questione, con un referendum definito «una farsa» dalla comunità internazionale. Decine di video e testimonianze, infatti, dimostrano che l’esercito russo ha costretto gli abitanti della zona a votare nelle proprie case, minacciando ritorsioni in caso di rifiuto. Una circostanza che ha sollevato parecchi dubbi sulla legittimità del voto. Peskov fa riferimento ai confini stabiliti nel 2014 con il Protocollo di Minsk, quando fu concordato di riconoscere maggiore autonomia alle regioni del Donbass e il cessate il fuoco. Accordi da allora mai completamente rispettati da ambo le parti. Il portavoce del Cremlino, citato dalla Tass, ha detto poi che «coloro che parlano di un’escalation nucleare» in Ucraina «agiscono in modo irresponsabile», aggiungendo che Mosca è «contraria a parlare della questione». Peskov ha confermato che i trattati di annessione alla Russia firmati oggi renderanno le quattro regioni ucraine «parte integrante del territorio russo». Nel corso della conferenza, il Cremlino ha anche ribadito che al momento non è possibile avviare le indagini sulle esplosioni che nei giorni scorsi hanno colpito i gasdotti Nord Stream. «Informazioni dettagliate sui danni saranno rese disponibili dopo un’indagine della situazione, che al momento non è possibile visto che il gas continua a fuoriuscire dalle tubature», ha spiegato Peskov.
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