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La Finlandia: le falle di Nord Stream in una zona discarica di armi chimiche. Il Guardian: «Le bombe su Nord Stream piazzate da robot»

01 Ottobre 2022 - 08:09 Redazione
nord stream
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La tesi degli esperti: a operare gli addetti dei lavori di riparazione

A piazzare le bombe che hanno provocato quattro falle nel gasdotto Nord Stream 1 e 2, a circa 80 metri di profondità nelle zone economiche esclusive di Svezia e Danimarca, potrebbero essere stati i robot di manutenzione. Ovvero quelli che operano all’interno della struttura del gasdotto durante lavori di riparazione. Lo sostengono alcuni esperti secondo quanto scrive il Guardian. «Se questa teoria si rivela corretta, la natura sofisticata dell’attacco e la potenza dell’esplosione aggiungerebbero peso ai sospetti che gli attacchi siano stati effettuati da un potere statale. Con il dito puntato contro la Russia», sostengono. Il rapporto di Svezia e Danimarca alle Nazioni Unite dice che le perdite sono state causate da grandi quantità di esplosivo. Che hanno portato alla nube di gas metano e al disastro ambientale. Mentre la Finlandia fa sapere che la zona delle falle è vicina a una discarica di armi chimiche.

Le esplosioni

Alcune fonti di intelligence citate dal settimanale Spiegel ritengono che i gasdotti siano stati colpiti in quattro punti diversi da esplosioni con 500 chilogrammi di tritolo. L’equivalente della potenza esplosiva di una bomba. Gli investigatori tedeschi hanno effettuato letture sismiche per calcolare la potenza delle esplosioni. Il portavoce di Gazprom Sergei Kupriyanov in un collegamento video durante una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha invece detto che al momento dell’esplosione, Nord Stream 1 e Nord Stream 2 contenevano circa 800 milioni di metri cubi di gas nelle tre linee off shore. «Secondo le stime disponibili, c’erano circa 800 milioni di metri cubi di gas nelle tre linee di gasdotti al momento dell’incidente. È il consumo della Danimarca per tre mesi», ha affermato. Kupriyanov ha sottolineato che Gazprom è alla ricerca di possibili soluzioni per riprendere il funzionamento del sistema Nord Stream. Ma è difficile stabilire i tempi del ripristino.

Intanto secondo l’Agenzia finlandese per l’ambiente (Syke) il bacino danese di Bornholm, dove lunedì è stata rilevata la prima perdita dal gasdotto, è la più importante discarica di armi chimiche nel Mar Baltico. In una nota la Syke afferma che «è probabile che l’effetto delle perdite di gas sulle armi chimiche sia minimo, poiché sono sepolte a diversi chilometri ma gli effetti sono ancora incerti». L’agenzia ha dichiarato che continuerà a indagare sulla questione insieme all’Istituto del Trattato di proibizione delle armi chimiche presso l’Università di Helsinki.

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