Siri, Alexa, Google Home: così gli assistenti vocali possono danneggiare lo sviluppo dei bambini
Gli assistenti vocali che in molte case offrono supporto nelle attività quotidiane, dall’abbassamento delle persiane alla riproduzione di musica, potrebbero avere un impatto negativo sui bambini. Effetti collaterali che potrebbero ostacolare il loro sviluppo cognitivo e comportamentale, danneggiando la loro educazione e la capacità di provare empatia. Questo è quanto emerge da una ricerca pubblicata sulla rivista Archives of Disease in Childhood. I maggiordomi virtuali, infatti, possono dialogare con i piccoli, raccontare loro storie della buonanotte. È facile dunque che i bambini attribuiscano ai dispositivi caratteristiche e comportamenti tipicamente umani.
Gli effetti collaterali
Ciò si traduce in un problema per diversi motivi. Innanzitutto, vengono indebolite compassione e capacità di pensiero critico. E i bambini si disabituano a interpretare i diversi toni di voce o il linguaggio del corpo. Un’altra abitudine potenzialmente dannosa consiste nell’impartire ordini senza arricchirli di un «per favore» o un «grazie». Se poi i piccoli iniziano ad emulare i loro interlocutori artificiali, che non sono altro che «un elenco di parole e suoni addestrati mescolati insieme per formare una frase», potrebbero assorbire la loro incapacità di alterare il tono, il volume, l’enfasi o l’intonazione.
Non finisce qui: il fatto che Siri, Alexa o Google Home rispondano solo a tipologie limitate di domande potrebbe restringere il vocabolario e le nozioni che i bambini sono in grado di imparare. Senza contare che gli assistenti potrebbero decifrare in maniera sbagliata quello che i piccoli, che magari stanno cominciando da poco a parlare, pronunciano male. Il rischio è quello che finiscano così per esporli a contenuti inappropriati per sbaglio. Dunque è il caso di allarmarsi? Secondo la dottoressa Caroline Fitzpatrick, direttrice del Digital Media Use by Children in Canada, dipende dai genitori. Porre dei limiti all’uso dei comandi vocali o di altri congegni digitali, assicurando al contempo una quantità salutare di interazione da coetanei e adulti, potrebbe bastare per risolvere il problema.