Bonus di 150 euro contro il caro-bollette, scudo per i morosi, taglio sulla benzina: le ipotesi sul nuovo decreto del governo Meloni
La priorità del prossimo governo sarà inevitabilmente affrontare l’emergenza del caro-bollette, come la stessa Giorgia Meloni ha ribadito ieri 2 ottobre su Twitter, quando ha preso di mira «chi si sta arricchendo sulle spalle di cittadini e imprese». Un riferimento chiaro agli extraprofitti delle aziende che proprio dall’impennata dei prezzi energetici hanno goduto di entrate da record negli ultimi mesi e che il governo Draghi non è riuscito a sfruttare quanto sperato. Con i tempi strettissimi tra insediamento delle Camere e formazione del nuovo esecutivo, i consiglieri della leader di FdI si starebbero concentrando sul primo decreto per contenere il caro-bollette del nuovo corso a palazzo Chigi, per forza di cose in linea con il passato.
Il tesoretto
Come anticipa la Repubblica, il prossimo governo potrà contare su un budget tra i 10 e i 25 miliardi. Di questi, 10 arrivano dall’eredità del governo Draghi, grazie al minor deficit indicato nella Nadef dal ministro Daniele Franco. Altri 10 miliardi arrivano dalle maggiori entrate tributarie degli ultimi quattro mesi di quest’anno, soprattutto dall’Iva spinta dall’aumento dei prezzi per l’inflazione. E poi ci sarebbero cinque miliardi che si spera di racimolare dalla tassazione degli extraprofitti.
Il bonus 150 euro
Un tesoretto che necessariamente sarà destinato per 4,7 miliardi a rinnovare il credito d’imposta fino a dicembre per le imprese energivore, in cui Draghi ha aggiunto anche negozi, ristoranti e bar. Altri tre miliardi andranno a finanziare il bonus di 150 euro per circa 20 milioni di lavoratori e pensionati, compresi autonomi, con un reddito di non oltre 20 mila euro. Due miliardi infine serviranno per prorogare lo sconto sulle accise del carburante di 30,5 centesimi, a partire dal 17 ottobre fino alla fine dell’anno.
La moratoria
Emerge anche l’ipotesi di una moratoria per le bollette non pagate sia per le famiglie che per le imprese, con la garanzia di sventare i distacchi di luce e gas in caso di almeno sei mesi di bollette non pagate. In più dovrebbe intervenire il fondo Sace allargato anche alle piccole imprese di fornitori di energia, a rischio crac per l’insostenibilità dei costi a fronte dell’aumento di clienti insolventi.
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