Assist di Draghi al governo che verrà: «Pnrr: grandi risultati quando forze politiche di colori diversi collaborano»
Il presidente del Consiglio Mario Draghi si è oggi recato presso la Direzione Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo. La visita è stata innanzitutto il pretesto per ribadire che, secondo le parole del premier, «Contro le mafie, non possono esserci né esitazioni né divisioni. La politica deve essere unita nella condanna delle mafie, coesa nel contrasto a qualsiasi forma di connivenza nelle istituzioni, decisa nel sostegno a chi si oppone al disegno eversivo delle cosche». Nel ringraziare la DNAA per il lavoro svolto con quotidiana «serietà, dedizione, coraggio», ha voluto ribadire infatti il ruolo del Governo, «di qualunque colore esso sia»: mettere l’ufficio di coordinamento in condizione di «lavorare al meglio». Una premessa che conduce ad alcune amare considerazioni per il premier: «Grazie a voi, l’Italia è più prospera, più libera, più giusta. Trent’anni fa, morivano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, due grandi italiani che la nostra Repubblica non ha saputo proteggere». Ma nelle indagini che continuano ad essere condotte nella lotta alla mafia, ha proseguito Draghi, risiede «la loro eredità, l’eredità degli uomini e delle donne delle loro scorte. Grazie al vostro ruolo di coordinamento, fortemente voluto proprio da Falcone, avete permesso alla giustizia italiana di muoversi con più rapidità ed efficacia nella lotta alle mafie e al terrorismo». E ancora: «Avete consentito alle procure e alle forze di pubblica sicurezza di agire con maggiore sintonia e autonomia. Avete dimostrato che lo Stato c’è, vuole esserci ed è determinato a estirpare per sempre la criminalità organizzata dal nostro Paese».
Il Pnrr e la gestione delle risorse
Le mafie, ha ricordato Draghi, «si incuneano nel tessuto economico e finanziario del Paese e sfruttano le difficoltà dei cittadini e degli imprenditori onesti per espandersi, eliminare la concorrenza, riciclare fondi illeciti»: per questo motivo lo sforzo condiviso per rafforzare la cultura della legalità «deve essere particolarmente intenso nei momenti di incertezza economica, come quello in cui viviamo». A questo proposito, il premier ha voluto spendere del tempo per affrontare il tema del Pnrr e dell’economia nazionale. Il primo è stato definito da Draghi non come «il piano di un governo», ma «di tutta l’Italia»: «La politica italiana sa ottenere grandi risultati quando collabora tra forze politiche di colori diversi, tra Governo centrale ed enti territoriali», ha aggiunto. La collaborazione, in questo caso, dovrebbe essere indirizzata verso la «straordinaria opportunità» rappresentata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: «per rilanciare il Paese dopo due decenni di crescita lenta e diseguale; per dimostrare ai cittadini e ai nostri partner europei che l’Italia sa investire bene e con onestà».
Le misure messe in campo e l’impegno alla crescita
Nel quadro delle riforme e degli interventi messi in campo, Draghi ha citato il «reimpiego dei beni confiscati alla criminalità organizzata da parte delle amministrazioni comunali». A suo avviso, una «misura importante nel contrasto patrimoniale alle mafie. Sono progetti che portano nuova vita e orgoglio nelle comunità locali e che necessitano della collaborazione dei Comuni, ad esempio con il rispetto dell’obbligo di pubblicità», ha affermato. Draghi conclude con una visione chiara sui bisogni presenti e sulle esigenze future del Paese. «Dobbiamo assicurare a cittadini e imprese una rete robusta di protezione economica e sociale, insieme a prospettive serie di sviluppo. C’è bisogno di assistenza, ma soprattutto di lavoro, di crescita», osserva. «E c’è bisogno di una gestione oculata delle risorse, che respinga i tentativi della criminalità organizzata di appropriarsi dei soldi pubblici come troppo spesso è accaduto in passato».
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