Perché l’Italia ora può restare senza gas: il piano del governo e di Meloni per evitare i razionamenti e lo stop ai termosifoni
L’avvisaglia è stato il Tarvisio. Lo stop al gas dal metanodotto friulano segnalato domenica da Eni è stato causato da un contenzioso tra Gazprom e l’operatore che gestisce i tubi in Austria. La Russia vuole infatti pagare la garanzia per il trasporto in rubli (20 milioni) invece che in euro. Vienna non ha accettato e ha bloccato il gas diretto in Italia. L’amministratore delegato del colosso degli idrocarburi Claudio Descalzi ha annunciato che si impegnerà a trovare una soluzione. Probabilmente subentrando ai russi nella garanzia. E tirando fuori i soldi per chiudere il contenzioso. Anche se attualmente da Mosca arriva solo il 10% del fabbisogno totale per Roma, infatti, quel gas è comunque necessario per l’inverno. E questa, spiega oggi Repubblica, è solo una delle tante variabili che potrebbero portarci nei prossimi mesi a restare senza gas. Lo scenario peggiore, paventato già ad aprile. Che ci porterebbe ai razionamenti e allo stop dei termosifoni.
Lo scenario peggiore
Si tratta di una prospettiva che inchioderebbe il prodotto interno lordo italiano a una crescita dello 0,1%. Come da calcoli nella Nadef del governo Draghi. E questo già se venisse a mancare alla fine il gas della Russia. Come diventa ogni giorno più probabile. Poi c’è la variabile del meteo. Se l’inverno dovesse diventare troppo freddo tra gennaio e febbraio, nemmeno gli stoccaggi oggi pieni al 90% ci salverebbero. Così come potrebbe arrivare un inconveniente “tecnico” come quello che ha bloccato Nord Stream prima dell’incidente/sabotaggio. O una riduzione della produzione o dell’export da parte di Algeria, Libia o Egitto. Senza contare lo stop annunciato dalla Francia. Parigi ha fatto sapere al ministero dello Sviluppo che le sue centrali nucleari necessitano di manutenzione. E per questo potrebbero arrivare distacchi dell’energia elettrica esportata.
Si tratta di un problema che riguarda l’inverno. Per ora in Italia c’è abbondanza di gas. L’Algeria è diventato il primo fornitore. Il Tap ha aumentato l’arrivo del gas dall’Azerbaigian. E poi ci sono le navi e i rigassificatori da costruire. Sui quali Draghi ha tracciato il solco e Meloni si prepara a difenderlo. Anche a Piombino, con buona pace del sindaco di Fratelli d’Italia. E la nuova premier in pectore nel frattempo studia il suo primo decreto. Che porterà gli aiuti per le bollette a famiglie e imprese. La “transizione ordinata” a cui lavorano il quasi ex e la prossima inquilina di Palazzo Chigi però dovrà necessariamente passare per l’Europa. E per questo c’è un piano italiano per quel tetto ai prezzi del gas che può fermare la speculazione.
Il Price Cap all’italiana
Giovedì durante il Consiglio Europeo dei capi di stato e di governo a Praga l’Italia lo presenterà. Ci lavorano l’attuale ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani. Il piano prevede un prezzo “modulare” all’interno di una forchetta con un valore massimo e uno minimo. E, spiega oggi il Corriere della Sera, immagina una nuova piattaforma di contrattazione dei prezzi. Un nuovo indice calcolato sulla media quotidiana di tre listini. Ovvero l’Henry Hub americano, che ha storicamente prezzi più bassi rispetto al Ttf di Amsterdam. Il Jcn, che rappresenta il parametro del Gnl per il mercato asiatico. E il Brent, ovvero la Borsa del petrolio di Londra. La forchetta modulare di prezzo dovrebbe avere un range ampio. Oppure considerare un valore massimo che cambia a seconda del prezzo internazionale del metano.
Un tetto del genere potrebbe salvaguardare l’Europa dai rischi di trovarsi con i fornitori che le voltano le spalle per guardare alla Cina o ad altri paesi asiatici. E potrebbe accompagnarsi al Sure proposto ieri dal commissario Paolo Gentiloni. L’alternativa, senza ok da Bruxelles, spetterà proprio a Meloni. Che senza accordo con l’Europa dovrà trovare nel Decreto Aiuti quater in preparazione la soluzione per evitare la penuria di gas. Insieme al credito d’imposta da estendere a dicembre per le imprese, agli aiuti a bar e ristoranti, al taglio delle accise e ai bonus. Arriverà anche una moratoria per famiglie e imprese che non pagano le bollette. Servirà a evitare i distacchi e a rateizzare il dovuto. In attesa dell’inverno. E sperando che non si avveri lo scenario peggiore.
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