Il ministro degli Esteri iraniano a Di Maio: «Se l’Ue ci sanziona per le proteste, risponderemo». Silenzio sul caso Piperno
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha avuto una conversazione telefonica con il suo omologo iraniano Hossein Amirabdollahian. Lo riferisce l’agenzia statale di Teheran Irna, che nel suo resoconto non ha mai fatto riferimento al caso di Alessia Piperno, la 30enne romana arrestata nei giorni scorsi a Teheran, bensì gli ultimi sviluppi nelle relazioni bilaterali, le trattative per la revoca delle sanzioni e le proteste che stanno sconvolgendo il Paese, arrivate al 19esimo giorno consecutivo. A tal proposito, Abdollahian si è scagliato contro «gli abusi dei rivoltosi» e «gli interventi stranieri negli affari interni» della Repubblica islamica, affermando che «ancora una volta, il grande popolo iraniano, avendo perspicacia politica, non ha permesso l’aggressione straniera e il danno politico all’indipendenza politica, all’integrità territoriale e alla sovranità del Paese». «Secondo le nostre leggi, siamo occupati a chiarire la morte di uno dei nostri figli (Mahsa Amini, la 22enne morta sotto il controllo della polizia morale dopo essere stata arrestata per non aver indossato correttamente il velo, ndr), ma non siamo soddisfatti delle posizioni e degli interventi di alcuni funzionari europei negli ultimi eventi. Se l’Unione Europea vuole intraprendere un’azione frettolosa e sconsiderata secondo un doppio standard, dovrebbe attendersi un’azione reciproca», ha aggiunto il ministro, riferendosi alle minacce di sanzioni da parte dell’Ue.
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