Cosa c’è dietro il treno nucleare russo e la storia del test atomico di Putin in Ucraina – Il video
Un treno nucleare russo è partito in direzione dell’Ucraina? Vladimir Putin sta organizzando un test atomico al confine? A parlare di un convoglio gestito dalla divisione nucleare segreta di Mosca in movimento verso Kiev è stato ieri il Times. Il quotidiano britannico ha citato l’analisi dell’esperto polacco Konrad Muzyka. Secondo il quale il treno è responsabile delle munizioni nucleari, del loro stoccaggio, del trasporto e della consegna alle unità. Il tutto andrebbe collegato a una serie di informazioni ricevute dai paesi della Nato su una prova con le armi nucleari tattiche che lo Zar avrebbe in preparazione. Ma, come vedremo, la questione sembra essere più complessa. E quello della Russia sembra più essere un segnale all’Occidente che un segno della volontà di colpire a breve.
Un segnale all’Occidente
La presenza del treno atomico russo e i suoi movimenti non indicano per forza un test nucleare in arrivo. Il carico del treno è sì rappresentato da mezzi del 12mo Direttorato, che si occupa della custodia delle testate nucleari. Lo si vede dal carico: ci sono per esempio le autoblindo Kamaz 43269 “Vystrel”, con torretta e cannoncino da 30 millimetri. In più, il filmato che mostra il treno nucleare è stato geolocalizzato a Sergiyev Posad, a nord di Mosca. Sulla linea ferroviaria che porta anche al Vologda 20, il magazzino centrale degli ordigni al plutonio. Ma ad ottobre in Russia, come ricorda lo stesso analista polacco, si tengono le esercitazioni Grom. «Il video mostra i preparativi per uno strike nucleare? – dice Muzika -. Non proprio. Ci sono altre spiegazioni più probabili. Potrebbe essere una forma di segnalazione all’Occidente del fatto che Mosca sta innalzando il confronto. Oppure la Russia potrebbe condurre la consueta esercitazione autunnale di deterrenza strategica in ottobre. Quindi questo treno potrebbe mostrare una preparazione per questa esercitazione».
L’esperto bulgaro Boyko Nikolov ha invece fornito un’altra spiegazione. Che parte proprio da una delle foto del treno pubblicate su Telegram. Che mostrano, secondo l’esperto, un veicolo KAMAZ BPM-97 4 × 4 in una versione più moderna rispetto a quella degli Anni Novanta. Si chiama Vystrel-M e il motivo degli spostamenti è proprio il suo utilizzo nella guerra in Ucraina. L’esperto sostiene anche che alcuni di questi mezzi siano stati già visti per le strade di Cherson. Mentre altre versioni sono in azione in Azerbaigian, Siria e Kazakhistan. Ma intanto secondo un altro video mostrato due giorni fa 17 missili Iskander sono in viaggio verso il confine. Nei giorni scorsi si era anche parlato del sottomarino K-329 Belgorod. Che sta effettuando delle prove con i missili Poseidon, secondo un’informativa della Nato. Ovvero una testata nucleare che può arrivare a viaggiare per diecimila chilometri. Ed esplode nella vicinanza della costa provocando uno tsunami radioattivo. Lo stesso effetto dei missili balistici intercontinentali già usati nelle esercitazioni russe.
Il test atomico di Putin
Il 3 ottobre scorso il sottomarino ha lasciato la sua posizione ed è «scomparso». Ma ieri sera la portavoce della Casa bianca Karine Jean-Pierre in un briefing con la stampa ha detto che non ci sono indicazioni che la Russia stia per usare l’atomica: «Prendiamo molto sul serio qualsiasi minaccia nucleare. Al momento non abbiamo alcuna indicazione che la Russia si stia preparando nell’immediato a usare quel tipo di armi». Ovvero quelle tattiche e strategiche che Mosca possiede. Ma da tempo il Pentagono, i laboratori nucleari americani e le agenzie di intelligence stanno facendo simulazioni al computer su quanto potrebbe accadere. E su come gli Stati Uniti potrebbero rispondere. Il New York Times ha spiegato nei giorni scorsi che avere la simulazione di un test atomico non è facile.
Perché le bombe tattiche presentano dimensioni diverse. Anche se prevalentemente hanno una piccola frazione del potere distruttivo di quelle sganciate dagli Usa su Hiroshima e Nagasaki nel 1945. E sono più sofisticate di quelle entrate nell’immaginario collettivo con i film sugli 007. E così gli scenari strategici variano a secondo della scelta di Mosca. La Russia potrebbero sparare una bomba larga 15 cm con un cannone di artiglieria su suolo ucraino. O una testata nucleare da mezza tonnellata con un missile lanciato dai confini russi. I target potrebbero essere una base militare più meno remota o una piccola città ucraina, ma non è esclusa una esplosione dimostrativa sopra il Mar Nero. I bersagli ideali individuati dalla Nato nei giorni scorsi sono l’Isola dei Serpenti e Odessa.
Cosa succede se lo Zar lancia la bomba
Nel suo arsenale Mosca ha circa 2.000 bombe nucleari tattiche. La più temuta è la testata atomica montata sui missili Iskander. Che possono raggiungere anche le città europee occidentali. In questo caso la risposta americana e della Nato sarebbe quella di attaccare la base che ha lanciato il missile o l’unità. Oppure scegliere come bersaglio le forze russe in Ucraina e in Crimea. Oltre alla flotta sul mar Nero. Ma c’è un piano anche per l’escalation. Che costituirebbe anche un punto di non ritorno per la Russia. La quale perderebbe gli scarsi appoggi internazionali che ancora ha. E potrebbe anche finire per far male a sé stessa. Visto che non c’è alcuna certezza che una nube radioattiva generata dall’uso di un’arma atomica non colpisca anche il territorio russo o la Bielorussia. «Sarebbe un rischio enorme per vantaggi limitati che non conseguirebbero il dichiarato obiettivo di Putin, al massimo l’uso del nucleare russo congelerebbe le linee del fronte nelle attuali posizioni e consentirebbe al Cremlino di preservare i territori occupati», avvisa l’Institute for the Study of War.
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