La sfida tra aerei italiani e russi nei cieli di Polonia e Svezia nella guerra degli sconfinamenti tra Nato e Mosca
Quattro caccia russi decollano da Kaliningrad e penetrano nello spazio aereo della Polonia prima e della Svezia poi. E due Eurofighter italiani li intercettano e li affiancano finché questi non invertono la rotta. A raccontare della sfida di ieri tra i caccia della Nato e quelli di Mosca è Repubblica, che parla dell’incontro ravvicinato tra velivoli armati. Succede ogni giorno nella base polacca di Malbork. Dove sono schierati i jet dell’Aeronautica militare. Ieri quattro caccia russi decollano da Kaliningrad. Puntando i confini di Varsavia. E l’area dei due gasdotti Nord Stream. Penetrano nella Fir (ovvero nello spazio aereo di competenza) della Polonia. Poi deviano su quella della Svezia. Rimangono in zone internazionali. Scatta l’allarme. E la prima linea di difesa è una coppia di Eurofighter italiani. Entrano in azione in tre minuti. Li affiancano, mantenendo la distanza di sicurezza. Contattano via radio i russi seguendo le procedure internazionali di identificazioni. A quel punto il dietrofront. L’aeroporto di Malbork dista centoventi chilometri dalla fortezza di Mosca sul Baltico: sei minuti di volo, molto meno se si supera il muro del suono. L’Italia schiera la Task Force White Eagle da inizio agosto. I piloti vengono da Grosseto, Gioia del Colle, Istrana e Trapani. In alcuni casi vengono intercettati aerei spia come gli Ilyushin. Che hanno apparecchiature in grado di registrare le trasmissioni radio e le emissioni dei radar. Gli interventi continuano ad aumentare. Le brigate della Nato hanno preso posizione nelle tre repubbliche baltiche. In Polonia volano gli F-22 Raptor statunitensi. E intanto la zona diventa sempre più pericolosa.
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