Nord Stream, Cremlino: «La Russia è stata esclusa dall’inchiesta sui gasdotti»
«Mosca non sarà coinvolta a indagare sul sabotaggio del Nord Stream». A dichiararlo è Dmitry Peskov, il portavoce del Cremlino che ha affermato di aver ricevuto la comunicazione attraverso canali diplomatici. «Abbiamo ricevuto l’informazione che al momento non ci sono piani per invitare la parte russa a partecipare all’indagine», ha detto. A questa dichiarazione fa eco l’accusa della portavoce del ministero degli esteri russo Maria Zakharova secondo la quale è impensabile che un’indagine sui danni ai gasdotti Nord Stream 1 e 2 proceda senza la partecipazione della Russia perché «non permettere al proprietario di indagare significa nascondere qualcosa». Intanto, è arrivata la conferma da parte della procura di Stoccolma che le indagini effettuate nella zona delle esplosioni «hanno rafforzato i sospetti di grave sabotaggio alle linee del gasdotto Nord Stream». Ad affermalo è il procuratore distrettuale Mats Ljungqvist che ha confermato, inoltre, che le esplosioni «nella zona economica svedese hanno causato ingenti danni».
Dopo la smentita di pochi giorni fa da parte della Guarda costiera svedese, secondo cui le fuoriuscite dalle tubature non si sarebbero fermate, due giorni fa Ag – l’operatore che gestisce le conduttore Nord Steam 1 e 2 – è tornato ad affermare, invece, che la pressione nelle condutture del gasdotto si sarebbero stabilizzate: «In linea con le previsioni indicate la pressione in entrambe le linee del gasdotto Nord Stream si è stabilizzata nella giornata di lunedì 3 ottobre». Intanto, continua il rimpallo di accuse sulle responsabilità delle esplosioni: l’Occidente continua a incolpare Mosca di aver sabotato i gasdotti, mentre il Cremlino sostiene di avere prove su un possibile coinvolgimento degli Stati Uniti nelle forti esplosioni avvenute a fine settembre.
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