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Russia, l’attacco del funzionario mandato a Cherson al ministro della Difesa Shoigu: «Avrebbe dovuto spararsi» – Il video

06 Ottobre 2022 - 16:33 Enrico Spaccini
Stremousov dà la colpa degli insuccessi militari ai vertici del Cremlino e ricorda i «soldati eroi che hanno dato la vita per il proprio Paese»

Obiettivi militari non raggiunti, terreno conquistato in mesi di battaglie che sta tornando giorno dopo giorno in mano ucraina, ritirate improvvise da città strategiche. L’operazione militare russa si sta rivelando ben più impegnativa e dispendiosa di quanto i funzionari di Mosca avrebbero potuto immaginare, al punto da costringere il presidente Vladimir Putin a ordinare una mobilitazione parziale di 300 mila riservisti. «In molti dicono che se fossero stati loro il ministro della Difesa che ha permesso queste cose», sostiene Kirill Stremousov, «in qualità di ufficiali, si sarebbero sparati. Ma sapete, la parola “ufficiale” è incomprensibile per molti». Il vice-capo russo della regione annessa di Cherson non risparmia le critiche nei confronti di Sergei Shoigu. Secondo Stremousov, riportato da Reuters, i fallimenti in Ucraina sono colpa sua e per questo motivo avrebbe dovuto già suicidarsi. Come se fosse un harakiri russo, un gesto per riparare al grave danno che una persona ha recato al proprio onore o a quello del suo popolo. La critica di Stremousov è tanto dura quanto inaspettata. Qualche giorno fa era stato il leader ceceno Ramzan Kadyrov a rimproverare pubblicamente i vertici del Cremlino, ma il fatto che queste parole arrivano da un funzionario russo sono una novità. Shoigu, infatti, non è solo il ministro della Difesa (dal 2012): è uno delle persone più vicine a Putin, al punto che i due erano soliti trascorrere le vacanze insieme tra le foreste di Tuva. Il ministro della Difesa, però, non composto è solo dal ministro, o dai «generali, saccheggiatori corrotti e altra feccia varia», continua Stremousov, «ma da tutti quegli eroi che hanno dato la vita per difendere la Russia» e che sono morti per difendere anche quei «capi militari incompetenti» di Mosca.

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