Giorgia Meloni furiosa per le parole della ministra francese Boone: «Inaccettabile minaccia di ingerenza contro uno Stato sovrano»
Fa discutere l’intervista alla ministra per gli Affari Europei del governo Borne Laurence Boone, che a la Repubblica ha ribadito ancora una volta l’intenzione della Francia di vigilare sul nuovo governo italiano. La premier in pectore Giorgia Meloni, in particolare, sembrerebbe aver tutt’altro che gradito le affermazioni fatte dalla politica. «Leggo che il ministro francese Laurence Boone avrebbe detto: ‘Vogliamo lavorare con Roma ma vigileremo su rispetto diritti e libertà‘ e ‘saremo molto attenti al rispetto dei valori e delle regole dello Stato di diritto‘», ha esordito. Per poi tuonare: «Voglio sperare che la stampa di sinistra abbia travisato le dichiarazioni fatte da esponenti di governo stranieri e confido che il Governo francese smentisca queste parole, che somigliano troppo a una inaccettabile minaccia di ingerenza contro uno Stato sovrano, membro dell’Ue». Non manca la stoccata finale al Partito Democratico: «L’era dei governi a guida Pd che chiedono tutela all’estero è finita», ha concluso.
Calenda: «Meloni fa bene ad arrabbiarsi»
Il primo politico a prendere le difese di Meloni è stato il leader del Terzo polo – verosimilmente all’opposizione del futuro esecutivo di centrodestra -, Carlo Calenda. «Ha ragione ad arrabbiarsi. Devono farsi i fatti loro – ha dichiarato a La7 -. Siamo un Paese dell’Unione europea, se c’è una questione attinente allo stato di diritto se ne occupa l’Ue come ha fatto con Polonia e Ungheria, quindi è del tutto inopportuno. Io nelle condizioni di Meloni mi sarei espresso come si è espressa lei», ha concluso Calenda.
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