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I trapper Baby Gang e Simba la Rue arrestati (di nuovo) a Milano per un’aggressione con la pistola

07 Ottobre 2022 - 07:10 Redazione
trapper baby gang simba la rue arrestati milano
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Nell'ordinanza altri 9: il tour manager, l'instagram manager e altri musicisti

I trapper Baby Gang (Zaccaria Mouhib) e Simba La Rue (Lamine Mohamed Saida) sono stati arrestati in un’operazione congiunta di carabinieri e polizia. Sono accusati di aver partecipato a un’aggressione a colpi di arma da fuoco avvenuta a Milano nella notte tra il 2 e il 3 luglio scorso in via di Tocqueville. Nell’occasione due cittadini senegalesi erano stati gambizzati. Nell’ordinanza firmata dal gip Guido Salvini compaiono altre 9 persone (solo una ai domiciliari). E due minorenni, tutti legati all’entourage dei due artisti. Accusati a vario titolo di rissa, lesioni, rapina aggravata e porto abusivo di arma da sparo. Simba la Rue era stato appena scarcerato: aveva anche confessato un’aggressione a un altro trapper, Touché. Dell’episodio sono circolati anche alcuni filmati. Il giudice aveva anche detto no alla sorveglianza per Baby Gang nel giugno scorso.

La retata dei trapper di Milano

Tra gli arrestati anche Eliado Tuci (32 anni), tour manager e autista personale di Baby Gang. E Paulo Marilson Da Silva (27), considerato il principale manager di Baby Gang e «Instagram Personal Manager» dell’etichetta di cui fanno parte i due artisti. Poi ci sono Faye Ndiaga (25) già arrestato il 29 luglio scorso per l’aggressione e il sequestro del trapper rivale Baby Touché. E Mounir Chakib detto “Malippa” (24, unico ai domiciliari), manager di Baby Gang e Simba La Rue. Baby Gang e Simba La Rue sono stati arrestati per la seconda volta. La prima risale allo scorso febbraio per due presunte rapine, una delle quali commesse con una pistola, tra il maggio e il luglio 2021. Nei confronti Simba si erano aperte le porte del carcere di San Vittore per le due aggressioni che avrebbe commesso nell’ambito di una faida con il trapper rivale Baby Touché. Nella spirale di attacchi e ritorsioni il ventenne era stato vittima di un agguato a Treviolo (Bergamo).

La sparatoria e l’ordinanza

Nell’ordinanza il giudice Salvini scrive che l’aggressione della notte di luglio «non sembra trattarsi di una rissa banale ed estemporanea. Ma di un episodio di grave violenza e sopraffazione originato da una logica di banda e da una volontà di controllo del territorio». Il cittadino senegalese ferito racconta di aver prestato una carta di credito a una persona legata all’entourage dei trapper. E di aver ricevuto numerose minacce in risposta alla sua richiesta di restituzione. La notte dell’aggressione, temendo di incontrare questa persona (che non compare nel provvedimento) il 28enne ha nascosto in un’aiuola davanti al locale una pistola a salve e uno spray al peperoncino. Una volta uscito dalla discoteca, assieme a un altro senegalese e ad altri amici, ha incontrato il gruppo di Simba e Baby Gang. Inizia una lite.

La sparatoria e Bakayoko

Il senegalese ha esploso due colpi per sbaglio (a suo dire) e gli altri, quando si sono accorti che è una pistola finta, hanno usato la propria vera. Al grido di «noi vi ammazziamo» e «guardate che noi siamo la gang». Nella ricostruzione delle telecamere di zona Baby Gang è immortalato mentre punta una pistola finta contro una guardia giurata arrivata sul posto. Faye compare mentre spara ai due senegalesi. Un altro componente colpisce uno degli uomini a terra col gesso del proprio braccio già infortunato e Simba, accoltellato a sua volta il 16 giugno scorso a Treviolo (Bergamo), colpisce usando una delle stampelle. Qualche ora dopo la sparatoria la polizia aveva erroneamente fermato per un controllo Tiémoué Bakayoko, centrocampista francese di origini ivoriane che gioca nel Milan.

Le intercettazioni: «Ma che cazzo c’ha Zaccaria?»

L’ordinanza riporta anche alcune intercettazioni tra i protagonisti della retata dei trapper. «Zaccaria (Baby Gang, ndr) quando si ubriaca è un casino. Zaccaria non deve bere proprio, infatti lui lo sa e non beve. Però quando vuole bere è un casino e non puoi dirgli di no», dice Chakib Mounir, detto Malippa, 24enne di Lecco, manager di Baby Gang e Simba La Rue. I carabinieri hanno installato una microspia nella sua auto. E lui parla con Andrea Rusta detto “Asap”, che ha colpito una delle vittime con il braccio ingessato: «Quando arriva che gli sale è un puttanaio, ha fatto minchiate. Poi non dico che questa cosa qua non la faccia anche quando non è ubriaco, la fa anche, però almeno quando non è ubriaco la fa con la testa». Nella prima parte dell’intercettazione in auto c’è solo una passeggera che, pochi minuti dopo aver assistito alla scena dice: «Ma che cazzo c’ha Zaccaria?! Che cazzo di problemi c’ha?». Malippa risponde che proprio il giorno prima il tribunale gli aveva tolto la sorveglianza speciale perché non era stato ritenuto pericoloso. A quel punto la ragazza domanda: «Uno che fa così se le cerca però. C’hai venti persone attorno che ti dicono basta e non ti fermi?».

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