Price cap sul gas, ecco gli schieramenti al vertice di Praga (che ha già rimandato la decisione)
Le trattative sul price cap vanno avanti. Per la decisione definitiva, però, ci sarà ancora da aspettare. Al vertice informale che si svolge oggi nel castello di Praga, sono tre i temi più importanti di cui discuteranno i leader europei. Il primo, come spiega la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, riguarda la strategia europea per limitare i prezzi del gas. «La seconda cosa importante da discutere – ha aggiunto – è il level playing field, che permette alle aziende di ogni Paese di avere le stesse possibilità di partecipare al mercato unico. Il terzo punto è il RePowerEu e come potenziarlo». Von der Leyen ha poi ricordato che quello di oggi è soltanto un vertice informale e, di conseguenza, «non ci saranno decisioni» fino al prossimo Consiglio europeo di ottobre. «La Commissione aveva proposto un tetto al gas a marzo ma all’epoca non era attrattivo – ha ricordato von der Leyen – Ora la situazione si è evoluta e gli Stati membri vogliono discutere il price cap. Confido che si possa trovare una soluzione».
Alla ricerca di un compromesso
Ma quali sono i diversi schieramenti che l’Unione Europea sta cercando di mettere d’accordo per arrivare a un’intesa sul price cap? Tra i Paesi favorevoli all’introduzione della misura c’è sicuramente l’Italia, che si sta spendendo da mesi per arrivare a una soluzione comunitaria. La scorsa settimana, il governo italiano ha firmato una lettera in cui chiede a Bruxelles di trovare al più presto un’intesa sul price cap. Il documento è stato firmato da altri dodici Paesi: Spagna, Polonia, Grecia, Belgio, Malta, Lituania, Lettonia, Portogallo, Slovenia, Slovacchia, Croazia e Romania. Dall’altro lato della barricata c’è il fronte trainato dalla Germania, che ha varato uno scudo da 200 miliardi di euro per aiutare famiglie e imprese ma continua a opporsi all’adozione di un tetto comunitario al prezzo del gas. Al fianco di Berlino ci sono altri quattro Paesi: Austria, Lussemburgo, Paesi Bassi e Belgio. Arrivare a un accordo sull’introduzione di un price cap generalizzato è praticamente impossibile. Per questo, la Commissione Europea ha avanzato un compromesso: introdurre un tetto solo al prezzo del gas usato per generare elettricità. La proposta verrà discussa al vertice informale di oggi e al prossimo Consiglio europeo di ottobre. Dai vertici dell’Unione Europea, però, sembra filtrare un cauto ottimismo.
Michel: «Perdere tempo non è più un’opzione»
Da Praga è arrivato anche il commento del presidente del Consiglio Ue Charles Michel: «Dobbiamo assicurare le forniture e risolvere la questione dei prezzi – ha detto prima del vertice -. Perdere tempo non è più un’opzione». All’appello di Michel si è unita poi anche Roberta Metsola, presidente dell’Eurocamera: «Abbiamo bisogno di un forte segnale di unità. Per questo è indispensabile un tetto al prezzo del gas a livello europeo», ha detto Metsola. Al primo vertice della Comunità politica europea, che si è svolto ieri sempre nel castello di Praga, l’Italia ha avanzato una nuova proposta: un price cap dinamico al gas. Il documento, firmato anche da Polonia, Grecia e Belgio, punta a stabilire un «corridoio di prezzo» e sarà discusso dai leader europei sia al vertice informale di oggi che al Consiglio europeo vero e proprio, previsto per le prossime settimane. «Sempre più Paesi, ma anche la Commissione, si stanno rendendo conto che non solo dobbiamo liberarci della nostra dipendenza dalle forniture energetiche russe, ma che dobbiamo anche esaminare come si formano oggi i prezzi dell’energia in Europa», ha commentato il premier ceco Petr Fiala.
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