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La rivolta social dei fan di Meloni: «È Giorgia o Draghi? Sei diventata una schiava dell’Europa, mi fai rimpiangere il voto»

08 Ottobre 2022 - 08:19 Michela Morsa
giorgia meloni mario draghi scontro pnrr
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La leader di Fratelli d'Italia sommersa dalle critiche per un tweet di endorsement a Ursula von der Leyen sulla crisi energetica

«Da “Io sono Giorgia” a “Io sono Draghi Bis” il passo è stato breve…brevissimo». Un commento su Twitter riportato oggi da Il Fatto Quotidiano basta per intuire l’umore generale che serpeggia tra i seguaci di Giorgia Meloni. Già contrariati da quella che è considerata una “draghizzazione” per nulla gradita. Fin dal giorno successivo alle elezioni la premier in pectore ha mantenuto un profilo basso e moderato. Mettendo subito in chiaro di voler costruire un governo di alto profilo con ministri tecnici, sulla falsariga di quello precedente. E di voler mantenere saldo il legame con l’Unione europea. Un atteggiamento che è stato visto dai sostenitori storici della leader di Fratelli d’Italia come un voltafaccia rispetto alle promesse fatte all’opposizione e durante la campagna elettorale.

A irritare particolarmente i suoi seguaci il tweet che Meloni ha pubblicato la sera del 5 ottobre, in cui chiedeva una risposta europea alla crisi energetica («Una sfida europea che come tale deve essere affrontata»), allineandosi a quando detto dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Il post è stato sommerso da migliaia di critiche, insulti e sberleffi. La delusione di molti è palpabile: «Dovevi distruggerli Giorgia, non unirti a loro!», «Non dirmi che sei già diventata schiava europea, mi fai rimpiangere il voto», «Non è ancora al governo e ha già deluso», «Ti abbiamo votato per dare una svolta contro l’Europa mafiosa, non per continuare ad esserne succubi», «Dalle tue dichiarazioni mi sembra di ravvisare un asservimento. Hai tolto la maschera, mai più voto utile», «Neanche una settimana e ha già tradito gran parte del suo elettorato in una sola frase. Abbiamo firmato un assegno in bianco con Bruxelles grazie a Draghi, senza alcuna garanzia da parte dell’Europa di solidarietà per gli effetti delle sanzioni e Giorgia Meloni già si è venduta». E ancora: «Ti sei già adattata alla politica europeista? Non dovevamo essere un Paese sovrano?». «Non doveva finire la pacchia?», è il tono della maggior parte dei commenti. Ma c’è anche chi non sembra essere particolarmente sorpreso: «Sapevo che sarebbe finita così…per questo non ti ho votata». «Lo sapevo che saresti diventata lo scendiletto europeo, avevi già dato chiari segnali». «Ancora non avete formato il nuovo governo, ma le disattese verso i vostri elettori cominciano ad arrivare copiose. Molto contento di non avervi votato», recitano alcuni tweet.

Lo slancio europeista

Ai commenti di chi è seriamente deluso si mescola l’ironia di altri utenti e il paragone con Enrico Letta, ma soprattutto con Mario Draghi, è inevitabile: «Il direttore della comunicazione l’hai ereditato da Draghi e lo dividi con Letta?», «Sono sicuro che Letta non l’avrebbe detto meglio», «Letta, esci da questo corpo», «Ormai parli come una piddina fatta e finita», «Un’europeista all’improvviso…», sono alcune delle risposte. E ancora: «Draghi, sei tu?», «Da Io sono Giorgia a Io sono Draghi bis il passo è stato breve. Non potete essere europeisti quando avete da mendicare soldi e antieuropeisti quando ci sono da rispettare regole. Siamo a livello circo», «Ricordati che non ti abbiamo votata per fare il Draghi 2», «Mario restituisci subito l’account a Giorgia», scherza qualcuno.

ll paragone con la Lega

Cè già chi profetizza che la metamorfosi europeista costerà cara alla Meloni sul piano elettorale: «Farai fare a Fratelli d’Italia la fine che Salvini ha fatto fare alla Lega», «Vuoi provare la stessa ebrezza della Lega?», «Lei durerà come un gatto in tangenziale», «Goditi adesso il 26%, perché se continui così non lo vedrai più», «Avanti così, al prossimo giro torna al 4%». Ma se c’è chi è deluso, c’è anche chi spera che la svolta sia solo uno stratagemma per tranquillizzare le cancellerie europee, un “copione” da recitare in questa fase di transizione: «Dimmi che al giuramento uscirai con un bellissimo “Era tutta scena” e un eloquente dito medio. Pensavo fossi tu l’elemento di rottura, non di continuità».

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