Conte riunisce gli eletti M5s e insiste sul negoziato tra Russia e Ucraina. A Meloni: «Abbandoni le derive antidemocratiche»
Qualche invettiva contro gli ex alleati del Partito democratico, un paio di assicurazioni sulla difesa del Reddito di cittadinanza dagli scranni dell’opposizione, un attacco a Carlo Calenda. I deputati e senatori del Movimento 5 stelle eletti alle scorse politiche del 25 settembre si riuniscono per la prima volta nell’Auletta dei gruppi di Montecitorio. Arrivano alla spicciolata intorno a mezzogiorno dell’11 ottobre e, tra loro, c’è anche qualche parlamentare non ricandidato, come Paola Taverna e Vito Crimi. «Opposizione comune con il Pd? Aspettiamo che passino dallo stato gassoso a quello più solido», afferma la senatrice Alessandra Maiorino, divincolandosi tra i giornalisti. «Tardiva l’apertura di Letta. Con questo Pd non trattiamo – scrive su Twitter Alessandra Todde, vicepresidente del partito -. Calenda dice che non parteciperà alla manifestazione per la pace? Mi dispiace per Calenda, abbiamo posizioni distanti. Mi sorge un dubbio: ma se la piazza l’avesse organizzata la destra non avrebbe avuto problemi a partecipare? Mi sembra che abbia più da condividere con loro che con le forze progressiste». Anche lei arriva puntuale in via degli Uffici del Vicario. La capogruppo M5s al Senato, Mariolina Castellone, accusa invece il centrodestra: «Sentiamo che c’è la volontà di stravolgere la Costituzione, ma il M5S ha tanti eletti e riuscirà a far sentire la sua voce. Vigileremo affinché non vengano smantellate le nostre conquiste – a partire da – Reddito di cittadinanza e Superbonus».
Con circa mezz’ora di ritardo rispetto alla tabella di marcia, infine, si presenta di fronte al Palazzo dei Gruppi Giuseppe Conte. Il presidente dei 5 stelle, ai cronisti, si dice emozionato per la sua prima volta da deputato. Annuncia un’opposizione dura, «ma non sarà un ostruzionismo pregiudiziale e preconcetto». Prima di raggiungere i deputati e senatori eletti nelle file del suo partito, fa una dichiarazione sul conflitto russo-ucraino: «Da noi nessuna ambiguità. La posizione del M5s è sempre la stessa: ferma e risoluta condanna della Russia. Abbiamo condannato anche gli ultimi attacchi missilistici, abbiamo espresso sostegno alla popolazione ucraina ma il problema è che è scomparso il negoziato di pace che, per noi, è l’unica uscita. Per questo auspichiamo una grande manifestazione nazionale, senza cappello politico, vorremmo che partecipassero tutti i cittadini, anche quelli che hanno sostenuto le forze di centrodestra – all’ultima tornata elettorale -. La pace non ha colori e l’unica via d’uscita a questa guerra è un negoziato». Poi scompare dietro le porte del Palazzo dei Gruppi.
Inizia l’assemblea congiunta. Conte: «Siamo sull’orlo di un rischio nucleare»
Dopo un lungo applauso, Conte prende la parola davanti agli eletti grillini: «Noi tutti, abbiamo un obiettivo ben preciso in questa legislatura – ovvero – dobbiamo restituire il primato alla politica. Questa legislatura si è chiusa con un governo di larghe intese che ha finito per scacciare nell’ombra la politica, esiliandola sullo sfondo. Se non torna la buona politica saremo sopraffatti dalle crisi in corso». Il presidente dei 5 stelle, poi, si sofferma a lungo sul tema della guerra. «Sono ormai sette mesi di guerra. Una guerra combattuta qui in casa nostra, in Europa, di cui ormai pienamente partecipi per quanto riguarda gli aiuti militari, gli aiuti umanitari, gli impegni economici. Una guerra però di cui sembriamo tutti rassegnati a subire passivamente le conseguenze». Nella relazione, Conte utilizza toni forti: «Siamo sull’orlo di un rischio nucleare. Ma non c’è nessuna discussione sulla strategia, sugli obiettivi politici che stiamo perseguendo, sugli scenari geopolitici che si stanno delineando. L’unica cosa certa di questa strategia – afferma l’ex presidente del Consiglio – è che si è puntati su un’escalation militare e non su un negoziato di pace. Un diffuso interventismo bellicista prova a rintuzzare qualsiasi discussione. Un finto patriottismo cerca di mettere la mordacchia a qualsiasi interrogativo, a qualsiasi tentativo di discussione. Usano in modo vergognoso l’accusa di filo-putinismo come una clava per soffocare qualsiasi confronto democratico. Perfino quando abbiamo invocato una discussione in parlamento, come si addice a una democrazia parlamentare, ci siamo scontrati con un muro governativo insormontabile».
Dal M5s accuse a Meloni: «Abbandoni le derive antidemocratiche del governo ungherese»
«È importante che il nuovo governo abbandoni subito le rivendicazioni parolaie legate a un nazionalismo isolazionista e le derive antidemocratiche del governo ungherese, per imboccare da subito la giusta rotta, che noi abbiamo contribuito a tracciare durante il momento più buio della pandemia». Conte incalza la presidente del Consiglio in pectore sulle sue relazioni internazionali, ma anche sulle politiche economiche: «Invitiamo Giorgia Meloni a rivedere il suo proponimento di non fare scostamenti di bilancio. L’esperienza insegna che ritardare gli interventi necessari significa intervenire più tardi, con risorse moltiplicare e minore efficacia». Sul tema, il presidente pentastellato pungola anche Confindustria: «Ora tutti si svegliano e immaginano manovre da decine di miliardi. Ora anche Confindustria parla di una manovra da 50 miliardi. Meglio tardi che mai. Solo che a Confindustria è bene chiarire che non può continuare così, che quando si sostengono le imprese è debito buono e quando si sostengono le famiglie che non arrivano a fine mese è debito cattivo. Queste distinzioni, che filano limpide in astratto e sono buone per conferenze accademiche, si scontrano con la dura realtà di una spirale recessiva ormai in atto».
Il discorso motivazionale ai neo-eletti
«Sono tanti i cittadini che hanno superato il cerchio di fuoco eretto dal “sistema” contro di noi e hanno compreso la difficoltà di agire in un contesto che ci voleva emarginare. A questi cittadini siamo grati perché hanno contribuito a rilanciare la nostra azione e ci hanno restituito l’onore politico, che nella nostra coscienza sapevamo in realtà di non avere perso: ci hanno riconosciuto coerenza e linearità di azione. Ecco perché la loro investitura di fiducia è per noi il bene più prezioso», dichiara Conte. In conclusione, il leader del M5s esorta i neo-eletti a non trasformare l’attività di parlamentari in un mestiere. «Sino all’ultimo giorno di questa legislatura agiremo tutti insieme per non tradire la fiducia dei cittadini. Il rispetto degli impegni presi in campagna elettorale sarà la nostra missione – conclude -. Il Movimento ha attraversato la fase più travagliata della sua storia, in cui tutti ci davano per scomparsi, dispersi. E invece abbiamo dimostrato di avere grande capacità di reazione. Abbiamo dimostrato cuore e coraggio nel nostro momento di maggiore difficoltà. E i cittadini non sono caduti nella trappola degli attacchi e delle denigrazioni con cui hanno provato a macchiare la nostra azione politica. La serietà e la dedizione non bastano: vi chiedo il coraggio, perché senza coraggio non si cambia la società».
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