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Greta Thunberg, il compromesso per la crisi energetica: «Perché ora è un errore spegnere le centrali nucleari»

11 Ottobre 2022 - 17:48 Gianluca Brambilla
L'attivista svedese critica la decisione del ministro tedesco Habeck che punterebbe anche sulle centrali a carbone per sopperire alle carenze di gas

L’attivista svedese Greta Thunberg, volto del movimento ambientalista Fridays for Future, è intervenuta sul dibattito in corso in Germania sull’energia nucleare. Secondo l’attivista, se alcune centrali del Paese sono ancora in funzione «sarebbe un errore spegnerle e passare al carbone». Queste le parole che Thunberg ha pronunciato intervenendo nel talkshow di Sandra Maischberger, che andrà in onda domani sera sull’emittente televisiva tedesca ARD. Secondo l’attivista svedese, puntare sul carbone «è una cattiva idea». Soprattutto se «l’altro», ovvero il nucleare, è ancora in funzione. Ad aver scatenato questo dibattito in Germania è la decisione di Robert Habeck, ministro dell’Energia, di lasciare in riserva due delle tre centrali nucleari ancora in funzione, solo fino ad aprile 2023. Chiamata a intervenire sulla questione, Greta Thunberg ha ribadito che l’importante è continuare dare priorità alle fonte rinnovabili, abbandonando ogni nuovo investimento sull’energia fossile. L’attivista svedese si è poi augurata che la crisi energetica, nata sulla scia del conflitto in Ucraina, non rallenti la transizione ecologica dell’Europa. «Ogni guerra è un disastro, e questo su tanti piani – ha spiegato – Ma noi dovremmo essere nelle condizioni di occuparci di cose diverse contemporaneamente».

La posizione sul nucleare di Greta

Nel 2019, in un post pubblicato su Facebook, Thunberg si era detta «personalmente contraria all’energia nucleare». Pur riconoscendo come, secondo l’Ipcc, potesse rappresentare «una piccola parte di una nuova soluzione energetica a zero emissioni di carbonio, soprattutto in quei Paesi che non hanno la possibilità di avere forniture di energia rinnovabile su larga scala». Qualche mese fa, in occasione del voto al Parlamento europeo sull’introduzione di gas e nucleare nella tassonomia delle fonti «green», l’attivista si era dichiarata profondamente contraria. In un tweet, aveva definito il ricorso al metano e all’atomo come «false soluzioni».

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