Lavorare 4 giorni ma per un’ora in più: come funziona la settimana corta di Intesa Sanpaolo
La banca Intesa Sanpaolo ha proposto ai suoi dipendenti di lavorare per un’ora in più al giorno in cambio di una giornata in meno in ufficio. Da 37 ore e mezza a 36 complessive di lavoro sulla settimana. Domani potrebbe arrivare il via libera dei sindacati. Ma la proposta agli impiegati (esclusi quelli delle filiali) che prevede nove ore di lavoro al giorno potrebbe rappresentare uno spartiacque. Non solo per il settore del credito. Tecnicamente il contratto dei bancari già oggi prevede la settimana corta di quattro giorni, fissando in 36 il massimo di ore lavorate. Ma per tradurre in pratica la disposizione occorre la contrattazione di secondo livello. Ecco perché ieri il gruppo ha avviato la trattativa con Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin.
Da 37 ore e mezza a 36 complessive
Nella documentazione trasmessa alle rappresentanze Intesa la mette così: «Coerentemente con le previsioni del vigente contratto nazionale il Personale (con esclusione di quello operante in turni o assegnato a Filiali) può richiedere di adottare un’articolazione oraria giornaliera di 9 ore su 4 giorni, con possibilità di variare le giornate lavorate dal lunedì al venerdì, d’intesa con il proprio Responsabile». Ma vale solo per gli uffici. Mentre i sindacati vorrebbero che fosse estesa a tutti i lavoratori. «L’autorizzazione – precisa inoltre Intesa nella documentazione – potrà essere concessa solo compatibilmente con le esigenze tecniche, organizzative e produttive aziendali e le richieste avanzate saranno riscontrate, anche negativamente, entro la fine del terzo mese successivo alla domanda». Il principio guida, spiega oggi La Stampa, è quello della flessibilità. Il che significa che chi sceglie di lavorare per quattro giorni a settimana non riposerà obbligatoriamente il lunedì o il venerdì. Ma il lavoratore potrà scegliere quando prendere il giorno di riposo aggiuntivo. Dal lato delle imprese si segnalano anche i risparmi sulle bollette. Anche se gli esperti sostengono che la qualità della vita del lavoratore migliori di più con lo smart working che con la settimana corta.
La settimana corta nel mondo
Da tempo si registrano esperimenti di riduzione dell’orario di lavoro nel mondo. A giugno è partito l’esperimento del Regno Unito, che si è concluso pochi giorni fa. A testarlo sono state 70 aziende di diversi settori. E l’86% delle imprese si è detta disposta a proseguirlo. In Islanda si è parlato di “successo travolgente” per il test su 2500 impiegati pagati lo stesso importo per orari più brevi. La produttività è rimasta invariata. In Portogallo il parlamento ha appena approvato un emendamento che chiede di incentivare la settimana corta. C’è un piano simile anche in Belgio. L’imprenditore della Nuova Zelanda Andrew Barnes ne ha invece fatto una battaglia con la sua “4 Day Week Global Foundation”. Proprio a questo modello si è ispirata Intesa.
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