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La «proposta generosa» di Giorgia Meloni per chiudere sul governo con Salvini e Berlusconi

governo meloni premier proposta alleati
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Il retroscena del Corriere: verso Giorgetti al Mef. Il nodo Ronzulli per la pace con il Cav.

Una «proposta generosa» per chiudere con gli alleati sul nuovo governo. Che dovrebbe venire incontro alle richieste di Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Include un numero congruo di ministeri per la Lega. E un posto per Licia Ronzulli, diventata in questi giorni la pietra dello scandalo. La premier in pectore Giorgia Meloni per ora non vara il governo “da sola” che ha minacciato in questi giorni. Ma cerca invece la quadra con gli alleati. Con un vertice in programma per oggi allo scopo di suggellare l’accordo. Per cominciare ad affrontare le questioni politiche. Come lo scostamento di bilancio chiesto anche da Confindustria per le bollette. E anche se non pare esserci ancora l’accordo sulle presidenze di Camera e Senato. Con Fratelli d’Italia che punta su Ignazio La Russa. E il Carroccio che invece vuole Roberto Calderoli.

Lo stallo messicano sul Mef

Lo stallo che ancora si registra è sul ministero dell’Economia e delle Finanze. E forse è proprio su questo che potrebbe ruotare la «proposta generosa» di Meloni. Per l’incarico il preferito della nuova premier in pectore era Fabio Panetta. Ma come sappiamo l’esponente del board della Banca Centrale Europea sarebbe freddino sull’incarico. Così come Dario Scannapieco. Mentre su Domenico Siniscalco c’è qualche perplessità. E allora ecco che spunta il nome di Giancarlo Giorgetti. Che potrebbe conciliare la necessità di un esecutivo politico con la scelta di avere uomini strategici nei posti-chiave. Ma c’è un problema: via Bellerio. La Lega infatti non ha chiesto quel ministero e non ha messo Giorgetti nella lista dei papabili. Per l’ostilità tra il ministro di Draghi e il Capitano. Che ritiene l’appoggio al governo dell’ex Bce l’errore fondamentale che ha portato al brutto risultato delle elezioni.

Tuttavia, scrive l’agenzia di stampa Ansa, Salvini non avrebbe nulla in contrario sulla soluzione Giorgetti a via XX Settembre. A patto che non scardini il progetto complessivo della Lega sul numero e sulla consistenza dei ministeri da portare a casa. E visto che con questa soluzione il Carroccio porterebbe a casa un ministero in più rispetto a quelli richiesti, ecco che la proposta «generosa» Salvini potrebbe anche accettarla. Mentre per la soluzione del caso Ronzulli da quel che si capisce si arriverà a un sacrificio dentro Forza Italia. Ovvero il posto della fedelissima nell’esecutivo (al Turismo?) ne toglierà un altro agli azzurri. Non quello di Tajani, per il quale sono in programma la Difesa o gli Esteri. A 24 ore dal voto sulle Camera sembra una soluzione di compromesso accettabile per chiudere l’accordo.

Il totoministri e l’ira funesta di Giorgia

Nei retroscena la leader di FdI viene descritta come furibonda con gli alleati. «Io voglio un governo con le persone giuste al posto giusto», è lo sfogo della leader riportato su La Stampa, «non come quello di Berlusconi nel 2008». Strano, visto che lei ne faceva parte. Ma evidentemente Giorgia ha buona memoria. Nel totoministri di ieri spiccavano i posti prenotati da Forza Italia:

  • Maria Elisabetta Casellati potrebbe diventare la prossima ministra della Giustizia;
  • Anna Maria Bernini è papabile per l’Università e la Ricerca;
  • Antonio Tajani va verso gli esteri.

L’idea di un’azzurra a via Arenula potrebbe portare alla revisione della legge Severino. Una necessità per il Cavaliere in attesa della sentenza sul processo Ruby Ter. Ma è proprio questa prospettiva che stona con le prospettive di Meloni. Che ha bocciato l’Interno per Salvini proprio a causa di Open Arms. E dell’«inopportunità» di nominare ministro un indagato per sequestro di persona mentre svolgeva l’incarico a cui ritornerebbe. Ma se questo ragionamento vale per Salvini, perché non dovrebbe valere per Berlusconi?

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