Caro affitti, 1 studente su 4 cambia casa per risparmiare. 1 matricola su 2 non ha ancora trovato un tetto
La situazione degli affitti per gli studenti universitari, specie nelle grandi città, è peggiorata di anno in anno: prezzi sempre più alti per appartamenti e stanze sempre più piccole, lontane dal centro, in condizioni abitative e strutturali sempre più critiche. L’attuale crisi economica, chiaramente, alimenta il rincaro, incentivando un nuovo fenomeno, quello del “cambio alloggio“. A dirlo è una ricerca condotta da Skuola.net, che ha intervistato circa 750 universitari residenti in diverse città italiane, con una prevalenza del 60 per cento dei centri universitari del Nord Italia (26,7 al Centro e 13,1 al Sud) e un riferimento maggiore alle piccole città con università molto note (38,1 per cento) e alle grandi città (34,1 per cento). Tra gli studenti fuorisede interpellati, 1 su 4 ha deciso di cercare un altro appartamento o un altro posto letto in vista del nuovo accademico, nella speranza di riuscire a risparmiare qualche euro. Alla base della decisione, in 2 casi su 3, ci sono proprio motivazioni legate al portafoglio. Le dinamiche che si sono innescate sono fondamentalmente due: o il loro budget si è ridotto a tal punto da non consentirgli di pagare l’affitto, sebbene immutato (per il 21 per cento), oppure il canone mensile è aumentato così tanto da non essere più sostenibile per le proprie tasche (42 per cento). Al caro affitti, ovviamente, non sfuggono neanche quelli che una casa per frequentare un corso di laurea distante dalla loro città la stanno cercando per la prima volta: le matricole. All’inizio del mese di ottobre (con le lezioni vicine al via o addirittura già cominciate), solamente 1 su 2 aveva già trovato una sistemazione definitiva.
Dell’altra metà, oltre un terzo (36 per cento) sosteneva di essere in ritardo a causa di prezzi troppo alti, un 33 per cento che aveva trovato sulla sua strada un’offerta deludente, con stanze o appartamenti magari dal costo abbordabile ma in pessime condizioni e solo il 31 per cento che ammetteva di essersi mosso alla ricerca in ritardo, facendo mea culpa. Un altro elemento è il ridimensionamento delle aspettative e preferenze. Ormai, il binomio “appartamento da solo – casa condivisa” è superato e gli studenti si affidano a soluzioni alternative, sempre con un occhio al portafoglio. Il 33 per cento degli intervistati, infatti, ha provato o sta ancora tentando di accaparrarsi un posto in uno studentato. Uno su 10 busserà alle porte di collegi e convitti privati, e il 6 per cento spera di farsi ospitare tutto l’anno accademico da parenti o conoscenti. A puntare una casa intera meno di un quinto degli intervistati (18 per cento), mentre il 31 per cento rimane legato, più per necessità che per scelta, alla classica stanza o posto letto in condivisione.
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