Putin: «Con le truppe Nato in Ucraina catastrofe mondiale. Biden? Non vedo la necessità di incontrarlo»
Nel corso del vertice euroasiatico ad Astana, capitale del Kazakistan, Vladimir Putin è tornato a parlare di un possibile faccia a faccia con il presidente americano Joe Biden a margine del prossimo G20 in Indonesia. Parlando con i giornalisti, il leader russo ha detto di non vedere «la necessità» di un incontro. L’ipotesi di un colloquio tra i due presidenti era stata confermata nei giorni scorsi anche dal ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, che aveva detto: «Valuteremo un’eventuale proposta di incontro». Oggi Putin ha chiarito che «la Russia parteciperà al prossimo summit del G20», ma che «non c’è ancora nessuna decisione» se sarà lui a partecipare o un altro membro del governo.
«La mobilitazione sarà completata tra due settimane»
Dal vertice in Kazakistan, dove ieri, 13 ottobre, Putin ha incontrato anche il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, il leader del Cremlino ha ammesso che il blocco degli ex Paesi sovietici è «preoccupato» per il conflitto in Ucraina, ma che la Russia «resta aperta alla prospettiva di colloqui». Putin ha poi precisato che la «mobilitazione parziale» annunciata a settembre sarà completata entro due settimane. Dei 300 mila riservisti annunciati dal leader russo, 223 mila sono stati convocati, 33 mila sono nelle unità e 16 mila già combattono in Ucraina. In merito alla strategia russa sul campo, Putin ha affermato che «non c’è più bisogno di attacchi massicci» sulle infrastrutture ucraine e che «la Russia non vuole distruggere l’Ucraina».
«L’invio delle truppe Nato causerebbe una catastrofe globale»
Parlando con un gruppo di giornalisti a margine dell’incontro, il leader russo ha poi aggiunto che «l’invio di truppe Nato in Ucraina per un confronto diretto con l’esercito russo sarebbe molto pericoloso e potrebbe causare una catastrofe globale». Interrogato sull’avanzata dell’esercito ucraino in alcune zone di battaglia, Putin ha detto di non pentirsi della gestione del conflitto da parte degli strateghi del Cremlino. «Quello che sta accadendo oggi è spiacevole, per usare un eufemismo, ma avremmo avuto la stessa cosa più tardi, solo in condizioni peggiori per noi. Quindi stiamo agendo in modo corretto e tempestivo». In merito all’attacco al ponte della Crimea, un’infrastruttura chiave per l’esercito russo, Putin ha minacciato di chiudere il corridoio del grano «se sarà confermato che gli esplosivi sono stati inviati da Odessa».
Foto di copertina: EPA / KONSTANTIN ZAVRAZHIN | Il presidente russo Vladimir Putin al vertice in corso in questi giorni ad Astana, in Kazakistan
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