Nuovo audio di Berlusconi: «Zelensky? Meglio che non dico quel che so… poteva arrendersi e finiva tutto in due settimane»
È la versione di Silvio Berlusconi su come sia scoppiata la guerra in Ucraina il tema del nuovo audio diffuso dall’agenzia Lapresse, dopo quelli di ieri 18 ottobre emersi da un’assemblea con i parlamentari di Forza Italia in cui l’ex premier parlava dei rapporti riallacciati con Vladimir Putin. Nel nuovo audio, Berlusconi riporta una versione in parte anticipata a Porta a Porta su Rai1 sulle intenzioni di Putin di voler imporre a Kiev un «governo di gente per bene», ma aggiungendo in questo caso allusioni e considerazioni negative sul presidente ucraino Volodymyr Zelensky, a cui sono seguiti anche applausi dei presenti. A Diario Politico su La7, Berlusconi ha poi chiarito che il suo discorso apparteneva a un discorso più generale sui rapporti tra Russia e Occidente. La preoccupazione di Berlusconi è che la rottura tra Europa e Russia avrebbe di fatto favorito in particolare la Cina.
Qui sotto, la trascrizione dell’audio. A proposito degli inizi dell’invasione russa in Ucraina del 24 febbraio scorso, Berlusconi dice:
«Sapete com’è avvenuta la cosa della Russia? Anche su questo vi prego, però, il massimo riserbo. Promettete? (…) La cosa è andata così: nel 2014 a Minsk, in Bielorussia, si firma un accordo tra l’Ucraina e le due neocostituite repubbliche del Donbass per un accordo di pace senza che nessuno attaccasse l’altro. L’Ucraina butta al diavolo questo trattato un anno dopo e comincia ad attaccare le frontiere delle due repubbliche. Le due repubbliche subiscono vittime tra i militari che arrivano, mi si dice, a 5-6-7mila morti. Arriva Zelensky, triplica gli attacchi alle due repubbliche. I morti diventano (…). Disperate, le due repubbliche (…) mandano una delegazione a Mosca (…) e finalmente riescono a parlare con Putin. Dicono: ‘Vladimir non sappiamo che fare, difendici tu’. Lui – aggiunge – è contrario a qualsiasi iniziativa, resiste, subisce una pressione forte da tutta la Russia. E allora si decide a inventare una operazione speciale: le truppe dovevano entrare in Ucraina, in una settimana raggiungere Kiev, deporre il governo in carica, Zelensky eccetera, e mettere un governo già scelto dalla minoranza ucraina di persone per bene e di buon senso, un’altra settimana per tornare indietro. È entrato in Ucraina e si è trovato di fronte a una situazione imprevista e imprevedibile di resistenza da parte degli ucraini, che hanno cominciato dal terzo giorno a ricevere soldi e armi dall’Occidente. E la guerra, invece di essere una operazione di due settimane, è diventata una guerra di duecento e rotti anni. Quindi, questa è la situazione della guerra in Ucraina. La guerra condotta in Ucraina è la strage dei soldati e dei cittadini ucraini. Se lui diceva ‘Non attacco più, finiva tutto (…). Quindi se non c’è un intervento forte, questa guerra non finisce. Io non vedo come possano mettersi a un tavolo di mediazione Putin e Zelensky. Perché non c’è nessun modo possibile. Zelensky, secondo me… lasciamo perdere, non posso dirlo… Quello che è un altro rischio, un altro pericolo che tutti noi abbiamo: oggi, purtroppo, nel mondo occidentale, non ci sono leader, non ci sono in Europa e negli Stati Uniti d’America. Non vi dico le cose che so ma leader veri non ce ne sono. Posso farvi sorridere? L’unico vero leader sono io…»
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