No! Uno studio non ha dimostrato che l’mRNA dei vaccini «si innesta nel genoma umano»
Il caso che tratteremo si basa su una fonte “misteriosa”. La Verità ha trattato in un articolo del 30 settembre (riportato acriticamente anche da MeteoWeb in un articolo del 1° ottobre), un studio dove si vedrebbe come «l’Rna messaggero di Spike si innesta nel genoma umano». Il problema è che non vengono dati chiari riferimenti allo studio, che sarebbe apparso come preprint sulla piattaforma di bioRxiv. MeteoWeb fornisce un link, ma questo rimanda a un elenco generico di paper. Stando alla letteratura scientifica più autorevole, i vaccini contro il nuovo Coronavirus basati sull’mRNA, non possono in nessun modo modificare il nostro genoma. Questo è un dato di fatto. Con buona pace dei “ricercatori indipendenti” seguiti dai No vax; in condizioni naturali non esistono i presupposti per una trascrittasi inversa.
Per chi ha fretta:
- Le cellule umane e i vaccini Covid per come sono fatti non possono permettere che l’mRNA della Spike modifichi il nostro DNA.
- Lo studio citato che dimostrerebbe il contrario sarebbe ancora in attesa di revisione e chi lo cita non fornisce riferimenti chiari per poterlo leggere.
- Esiste un preprint che sembra corrispondere a quello descritto da diverse fonti vicine ai No vax, ma parla della patogencità di SARS-CoV-2.
Analisi
Abbiamo trattato diversi “studi” (per esempio qui, qui e qui), che avrebbero dovuto dimostrare come i vaccini Covid modificherebbero il DNA umano. Tutti si sono rivelati di scarsa qualità o del tutto fraintesi, dalle testate che ne riportavano (male) il contenuto.
L’mRna maturo per Spike, ovvero la forma matura e pronta per diventare proteina, è in grado di passare dal citoplasma della cellula al nucleo – spiega MeteoWeb (il concetto è riportato in modo quasi identico da La Verità -. Proprio in questa parte della cellule è contenuto il patrimonio genetico di un organismo e dunque “l’ospite” potrebbe innestarvisi, modificandolo. Una ricerca mostra che l’Rna mesaggero della proteina può diventare patrimonio del genoma del vaccinato – continua La Verità -. Intanto, l’indagine sulle anomali nelle mestruzioni si allarga. Da noi, però, Aifa e Iss continuano a negare.
Anche ammettendo che l’mRNA entri nella cellula (cosa mai dimostrata), questo si degraderà, dopo che appositi enzimi lo avranno “letto”. Si genera così la Spike, che una volta fuori dalla cellula resterà nel sito di iniezione; destinata a degradarsi a sua volta, dopo aver suscitato la risposta del sistema immunitario. Normalmente le cellule non esprimono la trascrittasi inversa che permette la conversione dell’mRNA al DNA. Le rare volte in cui si è visto è stato in vitro, in condizioni determinate dai ricercatori e molto lontane quelle fisiologiche. Le stesse autrici di MeteoWeb e de La Verità devono citare quanto riportato dall’Istituto superiore di sanità (Iss), che ovviamente nega questa narrazione.
Vaccini, ciclo mestruale e mRNA
Dato per scontato che esista la possibilità, la narrazione passa ad altri studi riguardanti presunte alterazioni temporanee del ciclo mestruale. Come si evince da un link che rimanda a un precedente articolo di MeteoWeb, si cita uno studio del British Medical Journal. Anche La Verità fa riferimento a Edelman.
Secondo ricerche recenti – conclude l’autrice -, la proteina spike resiste a lungo nell’organismo. Non solo. Secondo Alison Edelman, docente di ostetricia e ginecologia presso l’Oregon Health & Science University, le mestruazioni sono troppo poco studiate e dunque è difficile affermare con sicurezza matematica che i vaccini ad mRna non possano alterarne il ciclo in maniera permanente. Causando persino infertilità.
Scompare un particolare sui vaccini Covid, che lo stesso MeteoWeb aveva riportato nell’articolo precedente: «non ci sono indicazioni che abbiano un impatto sulla fertilità». Parliamo di una ricerca svolta raccogliendo dati forniti dalle volontarie tramite una App. I suoi limiti sono elencati dagli stessi ricercatori. Ne riportiamo giusto alcuni:
- «Non siamo in grado di spiegare il potenziale effetto delle infezioni da Covid-19 che le partecipanti non vaccinate e vaccinate potrebbero aver contratto durante lo studio sugli esiti del ciclo mestruale».
- «I nostri dati non identificati sono auto-riportati, tuttavia, questo metodo è il gold standard per i dati del ciclo mestruale».
- «Sebbene abbiamo implementato un rigoroso disegno di studio e un metodo analitico, esiste la possibilità di residui confondenti e bias».
Lo studio misterioso
Un passaggio dell’articolo de La Verità potrebbe aiutarci a capire di quale paper si tratterebbe. Riguarda la percentuale di mRNA che verrebbe trasferito nel nucleo delle cellule:
Le loro ricerche hanno rivelato che circa l’1% di mRna di Spike era passato nel nucleo, quindi questa proteina ha la capacità di entrare nell’organulo di maggiori dimensioni.
Un passaggio simile lo troviamo proprio in un preprint di bioRxiv, intitolato «La traslocazione nucleare dell’mRNA e della proteina della punta è una nuova caratteristica patogena di SARS-CoV-2», risalente al 27 settembre (tre giorni prima dell’articolo in oggetto):
In circa l’1% dei casi, l’mRNA di S si è trasferito con successo nel nucleo.
Ma i ricercatori stavano studiando eventuali nuove caratteristiche di patogenicità di SARS-CoV-2. Riguardo ai vaccini sostengono che il loro studio è limitato per poter sostenere che tale caratteristica riguardi anche i vaccini a mRNA:
Uno dei risultati più importanti nel nostro studio è stato il rilevamento simultaneo delle diverse distribuzioni spaziali della proteina S e dell’mRNA S a livello di singola molecola in una singola cellula infetta. […] La proteina SARS-CoV-2 N ha già dimostrato di legarsi all’RNA. Non erano disponibili informazioni che confermassero se la proteina S potesse legarsi all’mRNA S per la traslocazione nucleare. […] Pertanto, i nostri risultati mancano di dettagli sufficienti per contribuire alla discussione del controverso argomento scientifico dell’eventuale possibilità di integrazione del genoma SARS-CoV-2 nel DNA dell’ospite. […] Resta da determinare se l’espressione della proteina S da parte delle attuali piattaforme vaccinali causi un’espressione subottimale della proteina S sulla superficie cellulare a causa dell’NLS.
Inoltre stiamo parlando di uno studio in vitro, che similmente allo studio dell’Univeristà di Lund altrettanto distorto dai No vax per sostenere l’esistenza di eventi avversi simili (ne parliamo qui), non può rappresentare le condizioni che avvengono realmente in natura; infatti negli studi clinici non si è visto mai niente del genere. Forse le autrici delle due tastate si riferivano a un altro studio? È loro dovere deontologico di dare riferimenti precisi ai lettori.
Conclusioni
Gli articoli di MeteoWeb e La Verità rappresentano un contesto errato, dove ricerche di scarso impatto si trovano sullo stesso piano degli ampi studi a disposizione dell’Istituto superiore di sanità. La notizia si abbina titoli fuorvianti, che lasciano intendere presunte prove riguardo una presunta trascrittasi inversa. Infine, lo studio a cui si fa riferimento non viene indicato con precisione, impedendo così una verifica diretta della fonte.
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