In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
ESTERIFranciaFrodiGermaniaInchiesteSanità

Francia, l’inchiesta sulla multinazionale Merck per una frode su un farmaco per l’ipotiroidismo

19 Ottobre 2022 - 10:00 Alessandra Mancini
L'azienda tedesca nel 2016 ha risarcito 3.300 pazienti che avevano denunciato gli effetti collaterali derivanti dal cambio della formula

«Frode aggravata» è l’accusa nei confronti di una filiale francese della casa farmaceutica tedesca Merck, messa sotto inchiesta per aver cambiato la formula di un farmaco per l’ipotiroidismo, il Levothyrox. Dopo aver ascoltato il presidente della filiale, si legge nel comunicato dell’azienda stessa, la Magistratura di Marsiglia tramite il giudice per le indagini preliminari «ha deciso di mettere sotto inchiesta la società Merck per frode aggravata». L’atto d’accusa – scrive Le Monde, citando l’azienda – è legato «alle procedure informative relative al momento del passaggio dalla vecchia alla nuova formula nel 2017». In sintesi la filiale francese non aveva indicato nel foglietto illustrativo il cambiamento di formula, ovvero la modifica di alcuni dei suoi eccipienti per dare maggiore stabilità al prodotto.

La variazione di formula e gli effetti collaterali

Questa variazione di formula, però, avrebbe provocato diversi effetti collaterali, tra cui mal di testa, insonnia o vertigini in circa 31 mila pazienti tra marzo 2017 e aprile 2018. Ma l’azienda ha tenuto a precisare come questa accusa non riguardi in alcun modo la qualità della nuova formula di Levothyrox, sottolineando – inoltre – di voler «fornire tutti i chiarimenti necessari al fine di stabilire che nessun reato, di qualsiasi natura, sia stato commesso». Sul fronte civile, la Corte di Cassazione aveva già respinto, mercoledì 16 marzo scorso, il ricorso dell’azienda farmaceutica tedesca Merck, condannata per «danno morale» nel 2020 dalla Corte d’Appello di Lione, a risarcire oltre 3.300 pazienti, utilizzatori del farmaco, che avevano denunciato effetti collaterali derivanti dal cambio della formula. Nella sentenza la Corte aveva motivato la decisione affermando che «quando la composizione di un farmaco cambia e tale cambio di formula non è esplicitamente indicato nel foglietto illustrativo, il produttore e l’operatore possono essere accusati di una carenza di informazione, in grado di causare danno morale». Danno morale che è costato alla Merck – come riporta Le Monde – mille euro a persona, per un totale, dunque, di 3.3 milioni di euro, nonostante i pazienti ne avessero chiesto 10 mila a persona.

Leggi anche

Articoli di ESTERI più letti