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Ucraina, mille città senza elettricità per i raid. Kiev: «I russi saccheggiano i musei e bruciano i libri»

19 Ottobre 2022 - 09:15 Alessandra Mancini
Dopo la terza interruzione in dieci giorni della centrale di Zaporizhzhia, l'Aiea ha confermato il ripristino della connessone dell'ultima linea elettrica

Non si fermano gli attacchi russi alle infrastrutture energetiche in Ucraina. Un terzo del Paese è rimasto al buio a causa dei bombardamenti sulle centrali elettriche. Nel mirino, Kryvyi Rig – nell’Oblast di Dnipropetrovsk – dove il governatore regionale Oleksandr Vilkul ha fatto sapere che la città è rimasta senza elettricità dopo il raid russo. A questa dichiarazione, gli fa eco quella del presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky che conferma i massicci blackout in tutto il Paese. «Gli attacchi russi sferrati ieri in Ucraina hanno interrotto i rifornimenti di corrente e acqua a centinaia di migliaia di ucraini». E poi: «Un terzo degli impianti del paese sono stati distrutti la settimana scorsa, con l’effetto di provocare massicci blackout in tutto il paese». Dopo i continui raid russi – che hanno interrotto le forniture di elettricità e acqua a centinaia di migliaia di ucraini, ora, per Zelensky «Non c’è più spazio per i negoziati con il regime di Putin». Intanto, nell’attesa della riunione dedicata alla situazione energetica in Ucraina, annunciata dal presidente ucraino e prevista per oggi – mercoledì 19 ottobre – il governo di Kiev ha chiesto ai cittadini in tutta l’Ucraina di fare un «uso consapevole» dell’elettricità tra le 17 e le 23, affermando che «più si riducono i consumi, più stabile sarà il funzionamento dell’intero sistema energetico».

L’incognita Zaporizhzhia

Nel frattempo, la centrale nucleare di Zaporizhzhia ha ripristinato la connessione dell’ultima linea elettrica da 750 kilovolt rimasta in funzione, dopo la terza interruzione in dieci giorni a causa dei bombardamenti russi nello stabilimento più grande d’Europa, ancora in mano a Mosca. Ieri, infatti, martedì 18 ottobre, Energoatom – l’azienda di Stato ucraina che si occupa della gestione delle quattro centrali nucleari attive nel territorio del paese – aveva fatto sapere in una nota che «I terroristi russi hanno nuovamente sparato sulle sottostazioni elettriche di infrastrutture critiche nel territorio». Per questo motivo «l’ultima linea di alimentazione è stata disconnessa». In queste ore, però, è arrivata la nota del capo dell’Aiea, Rafael Grossi che ha confermato il ripristino della connessione della linea elettrica. «Le ripetute interruzioni – si legge nel comunicato – dimostrano quanto sia precaria la situazione della sicurezza nucleare nella più grande centrale nucleare europea durante l’attuale conflitto militare in Ucraina», ribadendo, inoltre, la necessità di una zona di protezione per la sicurezza nucleare intorno all’impianto. Intanto, le forze filo-russe – secondo un funzionario russo installato a Zaporizhzhia, citato dal Guardian – hanno affermato di aver respinto il tentativo ucraino di riprendere la centrale nucleare. «Il tentativo – afferma Vladimir Rogov, citato da RIA Novosti – è stato respinto».

238° giorno di guerra in Ucraina

Il conflitto in Ucraina va avanti da oltre sette mesi e nel 238° giorno di guerra, Mosca ha rilanciato l’offensiva su Kharkiv, da dove si cercano di evacuare i civili. Nonostante l’offensiva da parte delle truppe russe nella città dell’Ucraina orientale, secondo l’ultimo rapporto sulla situazione in Ucraina da parte dell’Intelligence britannica, quattro dei cinque generali con comando operativo diretto su elementi relativi all’invasione russa del 24 febbraio 2022 sono stati rimossi dai loro incarichi. «I sostituti di questi generali finora hanno fatto poco per migliorare le prestazioni sul campo di battaglia. La mancanza di continuità a livello di comando è probabilmente più dirompente che in un esercito occidentale perché secondo la dottrina russa la messa a punto dei piani spetta in gran parte personalmente al comandante, piuttosto che ad uno staff più ampio impegnato in uno sforzo collettivo», si legge nel post.

Anche a Cherson la situazione è tesa: il vice amministratore della regione di Cherson, infatti, ha esortato la popolazione a lasciare la zona: «Si consiglia alla popolazione civile di lasciare l’area delle imminenti feroci ostilità, se possibile, per non esporsi a rischi inutili», ha scritto su Telegram, Kirill Stremousov. Se da una parte a Kharkiv l’offensiva russa cerca di avanzare, nell’Oblast di Mykolaiv – invece – le forze ucraine hanno abbattuto, durante la notte, 12 droni russi Shahed-136 di fabbricazione iraniana. A renderlo noto è stato il governatore della regione, Vitaliy Kim. «Undici droni sono stati abbattuti dalla difesa aerea e un altro è stato colpito dalle truppe della Guardia Nazionale», ha detto, citando il comando operativo ucraino meridionale. Nel frattempo, nelle aree occupate i russi stanno saccheggiando e bruciando i libri di lingua ucraina. Ad affermarlo è lo Stato maggiore dell’esercito ucraino, citato da Ukrinform. «Gli invasori distruggono il patrimonio culturale ucraino nei territori occupati, saccheggiando musei e bruciando i libri di letteratura ucraina», si legge nel report. Sono circa 500, infatti, i casi documentati dal ministero della Cultura di crimini di guerra russi contro il patrimonio culturale ucraino.

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