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Zelensky ai leader Ue: «Chi è contro le sanzioni, è contro l’Europa. Mine russe su una diga: a rischio 80 città»

20 Ottobre 2022 - 21:36 Redazione
Il presidente ucraino ha denunciato l'ultima minaccia che incombe sulla regione di Cherson, dove l'esercito russo ha piazzato esplosivi nella centrale idroelettrica di Kakhovka

Nel suo messaggio al Consiglio europeo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha condannato tutti quei Paesi che si sono schierati contro le sanzioni inflitte alla Russia in seguito all’invasione dell’Ucraina. «Chiunque chieda l’allentamento delle sanzioni contro la Russia o cerchi di silurare politicamente il meccanismo delle sanzioni non solo cerca di rendere impunito il terrore russo e non solo tradisce la memoria delle vittime del terrore, ma rende anche l’intera comunità europea dipendente dalla potenza più antieuropea del mondo di oggi», ha detto di fronte ai 27 Paesi membri riuniti a Bruxelles per discutere oltre che di guerra in Ucraina, anche di emergenza energetica, crisi economica, sanzioni all’Iran per il sostegno militare a Mosca e relazioni con la Cina. «Fate attenzione a queste voci in Europa», ha continuato il presidente ucraino, rivolgendosi ai leader europei, perché «sono contro l’Europa». 

Zelensky: «Catastrofe se i russi distruggono la diga»

Non solo di sanzioni ha parlato il presidente ucraino a Bruxelles, ma si è detto anche preoccupato per il crollo della diga della centrale idroelettrica di Kakhovka a causa dei bombardamenti russi. «Ci risulta che i terroristi russi abbiano minato la diga e le unità della centrale idroelettrica di Kakhovka», ha detto davanti ai leader dei 27 Paesi membri, riuniti al Consiglio europeo. Il collasso della diga – per Zelensky – causerebbe l’inondazione di 80 villaggi ucraini, tra cui Cherson. «Se i terroristi russi faranno saltare questa diga, più di 80 insediamenti, tra cui Cherson, si troveranno nella zona di rapida inondazione. Centinaia di migliaia di persone potrebbero essere colpite». Le conseguenze del collasso dell’infrastruttura, causerebbe – inoltre – gravi difficoltà per quanto riguarda le forniture energetiche ucraine per l’inverno e il rischio di una nuovo ondata migratoria.

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