ll Pd si fa “fregare” due segretari d’Aula. Calderoli: «Hanno sbagliato l’accordo»
Roberto Calderoli, per la conoscenza dei regolamenti e per la creatività con cui è in grado di malleare le norme del Senato, è considerato da tutti il decano del funzionamento dell’Aula, il metronomo di Palazzo Madama a cui chiedere consulenze per non sbagliare i tempi delle partite più difficili. «Mi hanno cercato tutti, dal Pd a Forza Italia, dal Movimento 5 stelle al Terzo polo» per chiedere informazioni e consigli sulle elezioni che si sono svolte ieri per le vicepresidenze, i questori e i segretari d’Aula. Tutti tranne Fratelli d’Italia. «Ovviamente sono consulenze senza onorario», scherza al telefono il senatore. E spiega con semplicità come fare i calcoli per eleggere i segretari d’Aula: «Il numero di preferenze che può esprimere ciascun deputato e senatore è di 4. Ora, moltiplichi il numero dei tuoi parlamentari per 4. Dividi il risultato per il numero totale dei segretari – ovvero 8 – e vedi se il tuo numero è superiore a quello delle opposizioni. Ovviamente no, e procedi dividendo per 7, per 6, per 5… ti fermi quando hai la certezza che eleggerai tutti i tuoi nomi». Ed è 5 il numero di deputati e senatori segretari che il centrodestra ha scelto di eleggere, «anche se poteva starci anche il sesto» aggiunge Calderoli a Open.
Il Pd non ha saputo fare bene i conti? «Più che altro non hanno saputo fare accordi o, peggio, li hanno fatti con le persone sbagliate, altrimenti le opposizioni avrebbero avuto 4 segretari d’Aula su 8 e non 3». Sia a Montecitorio che a Palazzo Madama, il M5s ha piazzato 2 parlamentari come segretari, il Pd soltanto 1, nonostante il gruppo di Enrico Letta sia alla Camera che al Senato sia più numero di quello di Giuseppe Conte. A sedute terminate, i delusi hanno un nome e un cognome: sono Daniele Manca al Senato e di Stefano Vaccari alla Camera, entrambi sconfitti per un solo voto dai candidati grillini. Un pasticciaccio del Nazareno, che però accusa Fratelli d’Italia di «essere stata vorace e di aver fatto un’operazione a tavolino».
Per il senatore Calderoli, invece, «è evidente che non sono stati in gradi di fare un accordo decente». Anche Matteo Renzi, che mastica strategia parlamentare e ha già dimostrato nella scorsa legislatura di saper essere influente nonostante un numero esiguo di deputati e senatori, irride il Nazareno: «Il Pd, con più voti, regala posti ai grillini pur di non fare l’accordo con noi – scrive Renzi su Instagram -. Mai visto un partito più masochista. Eliminando noi dal tavolo, i posti per le opposizioni sono scesi, passando da 14 a 12 – tra vicepresidenze, questori e segretari di ambedue le Camere-. Fratelli d’Italia ha avuto due segretari d’Aula in più. Come in campagna elettorale, il Pd è stato dunque il miglior alleato della Meloni. Rimanevano 12 posti in ballo. Il Pd con 107 parlamentari ha ottenuto 5 posti. Il M5s con 80 Parlamentari ha preso ben 7 posti».
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