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Chi è Eugenia Roccella, la ministra di Famiglia e Natalità nel governo Meloni che proclama: «L’aborto non è un diritto»

21 Ottobre 2022 - 20:21 Redazione
L'esponente di FdI che si definisce femminista sostiene che la famiglia sia formata esclusivamente da un uomo e una donna. E' contraria all'eutanasia

Anti-abortista e a favore della famiglia formata da un uomo e una donna, Eugenia Roccella è la ministra indicata da Fratelli d’Italia per guidare il ministero della Famiglia, natalità e Pari opportunità del nuovo governo Meloni. Nata a Bologna, la neo ministra della Famiglia è figlia di uno dei fondatori del Partito Radicale, dal quale Roccella si allontanò negli anni ’80 perché – a suo dire – «colpevoli di portare avanti battaglie che stanno conducendo verso la distruzione dell’individuo». L’esponente meloniana nel corso degli anni ha cambiato la sua posizione sul tema dell’aborto, spingendosi sempre più verso punti di vista pro life. Alla fine degli anni ’70 aveva, infatti, debuttato in politica nel Movimento di liberazione della donna, diventandone la leader, per poi pubblicare nel 1975, a soli 22 anni, il libro Aborto: facciamolo da noi, ovvero – si legge in copertina – «una proposta di lotta per l’aborto libero e gratuito in strutture sanitarie pubbliche e un trattamento alternativo per le donne». Poi negli anni, il cambio di opinioni. Durante la trasmissione televisiva In Onda su La7, a fine agosto scorso, la neo ministra di FdI, parlando dell’aborto – dopo la storia di Chiara Ferragni – dove l’influencer si era schierata a favore –  aveva affermato di essere una femminista e che «le femministe non hanno mai considerato l’aborto un diritto. L’aborto – per Roccella – è il lato oscuro della maternità».

Conservatrici anche le sue idee sui diritti civili. Nel 2007, è stata portavoce – insieme a Savino Pezzotta – del Family Day, la manifestazione a sostegno della famiglia formata da uomo e donna e organizzata dall’associazionismo cattolico. Non solo, durante il dibattito per il Ddl Zan, il disegno di legge contro l’omobitransfobia, Roccella aveva affermato che «la definizione di un nuovo reato penale all’interno della legge Mancino – pensata contro il razzismo – rappresenti un reale pericolo per la libertà di espressione del nostro Paese», etichettando – inoltre – le battaglie per le unioni civili «Una questione politica e ideologica, abbracciata dalle lobby gay, ma non condivise dalla maggioranza degli omosessuali». Editorialista di Avvenire e collaboratrice de Il Foglio e Il Giornale, Roccella è stata deputata Pdl e sottosegretaria al Welfare nel 2008 e poi alla Salute nel 2009 e di nuovo nel 2010, per poi essere eletta alla camera nel 2008 nelle liste del Popolo della Libertà per la circoscrizione Lazio 2. Dopo un breve passaggio nel Nuovo Centrodestra di Alfano, fonda insieme a Gaetano Quagliariello ed altri il movimento Identità e Azione. Nel 2018, però, non viene rieletta in Parlamento. Contraria all’eutanasia, Roccella bocciò – infatti – la sentenza dei giudici sul caso Englaro, affermando che nell’eutanasia esiste «un obiettivo politico: arrivare all’eutanasia come opzione facile e libera. C’è un obiettivo culturale: distruggere l’idea di intangibilità della vita».

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