Artem Uss: il manager russo arrestato a Malpensa si oppone all’estradizione negli Usa. Rischia 30 anni di carcere
L’imprenditore russo Artem Uss, arrestato lunedì dalla Polaria all’aeroporto di Milano Malpensa su mandato degli Stati Uniti, ha negato il consenso all’estradizione verso gli Usa. Lo ha detto presentandosi all’udienza per identificazione e audizione davanti alla Corte d’Appello di Milano. È accusato di contrabbando di tecnologie militari e petrolio, elusione delle sanzioni e riciclaggio per milioni di dollari. Il suo arresto è stato condannato dal Cremlino. «Le missioni diplomatiche russe faranno del loro meglio per proteggere gli interessi di Uss, detenuto in Italia», ha aggiunto il portavoce di Putin, Dmitry Peskov.
L’imprenditore 40enne, figlio del magnate e governatore della regione siberiana di Krasnoyarsk, Aleksandr Viktorovich Uss, si trova adesso nel carcere di Busto Arsizio. Se processato negli Usa, rischia fino a trent’anni di carcere. Ora lo attende il procedimento sull’estradizione, che potrebbe durare anche alcune settimane. Nell’attesa che si concluda, la sua difesa chiede la concessione almeno dei domiciliari, dichiarandosi pronta a preparare un’istanza di scarcerazione. Lo ha annunciato al termine dell’udienza di oggi il legale Vinicio Nardo.
La vicenda
Quando è stato bloccato dalle forze dell’ordine, Uss stava per salire su un volo diretto a Istanbul. Le autorità russe hanno già gridato al complotto, minacciando «conseguenze» per il fermo. Ma la giustizia americana ha già formalizzato i 12 capi d’accusa nei suoi confronti, assieme ad altri quattro indagati. Secondo la procura di Brooklyn, Uss e il suo socio in affari Yuri Orekhov avrebbero usato la società Nda GmbH come copertura per vendere al mercato nero centinaia di milioni di barili di petrolio dal Venezuela a clienti cinesi e russi, comprese diverse società colpite da sanzioni. Orekhov, arrestato in Germania, è sospettato inoltre di aver usato società di comodo per procurarsi tecnologie militari da produttori americani, come componenti per sistemi missilistici, radar e satelliti. I prodotti venivano poi spediti a società colpite dalle sanzioni occidentali.
Dalle intercettazioni emergerebbe come avrebbero agito «per conto di un noto oligarca russo sotto sanzioni», scherzando inoltre sul fatto di diventare «latitanti internazionali». Il fatto che Uss si sia opposto all’estradizione comporta che il caso transiti per l’Italia. «Entro 45 giorni gli Usa sono tenuti a fornire alla giustizia italiana il fascicolo con il capo di imputazione, che deve essere esaminato nel giro di sei mesi», ha spiegato a La Stampa il Consolato generale della Federazione Russa a Milano. Il suo arresto rischia dunque di diventare un caso diplomatico anche per il nostro Paese.
Credits foto copertina: The Insider
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