La prima pagina di Libero in rosa per Giorgia Meloni premier: «Altro che nero» – La foto
La Gazzetta dello Sport non era l’unico quotidiano rosa in edicola stamattina. Anche Libero ha cambiato il colore della sua prima pagina per celebrare il primo esecutivo con a capo una donna, Giorgia Meloni. Per il direttore, Alessandro Sallusti, «Altro che nero», il colore del nuovo governo – che in questo ore è riunito al Colle per il giuramento – «è rosa». Lo ha scritto nel suo editoriale a prima pagina, ricordando che è una consuetudine «dei giornali chic cambiare veste in occasione di giornate ritenute degne di tanto onore». Nel pezzo, inoltre, si legge che la scelta del colore, da parte del quotidiano, è stata presa in onore «della prima donna presidente del Consiglio», questo perché – continua Sallusti – «a nostro avviso oggi, 22 ottobre, per l’Italia è ben più dell’8 marzo», giornata internazionale della donna, definita dallo stesso quotidiano «retorica festa delle donne».
Le quote rosa «maschiliste»
Nel pezzo non manca, inoltre, la critica alle quote rosa definite «maschiliste», per poi arrivare a descrivere Meloni come una non-quota, bensì «una donna che partendo dal basso ha messo in riga uomini e donne e per questo è stata scelta da uomini e donne di ogni colore e condizione sociale». E, in chiusura, l’attacco alla sinistra: «In queste ultime settimane, dopo il risultato elettorale, la sinistra ha ripetuto fino alla nausea che quello che si insedia oggi è un governo nero. Noi sosteniamo, e oggi lo esibiamo, che altro che nero, questo è il primo vero governo rosa nel senso che piace a noi, cioè ammettendo che una donna è stata più brava di noi ometti», ha concluso il direttore. Una decisione – quella di colorare di rosa la prima pagina del quotidiano – che non è passata inosservata, viste anche le vicende che hanno coinvolto Libero, relative alla pubblicazione di titoli sessisti. Una su tutte, una anno fa, quando una sentenza del tribunale di Catania aveva confermato il risarcimento di 11 mila euro per diffamazione, nei confronti di Virginia Raggi, per l’articolo – firmato da Vittorio Feltri, ex direttore del quotidiano – e pubblicato sulla prima pagina nel febbraio 2017, con il titolo sessista Patata Bollente.
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