Lampedusa, aperta un’inchiesta per il 28enne sottoposto a Tso scomparso sul traghetto
28 anni e un trattamento sanitario obbligatorio a cui sottostare. L’Asp 6 (Aziende di servizi alla persona) di Palermo aveva disposto il suo trasferimento da Lampedusa a Porto Empedocle, nella struttura dove avrebbero dovuto prendersi cura di lui. Ma il giovane Pietro Amato, fatto salire sul traghetto “Pietro Novelli”, ad Agrigento non è mai arrivato. La sua scomparsa risale a venerdì 21 ottobre: lasciato solo nella sua cabina sotto l’effetto di sedativi, dopo poche ore non è stato più trovato. Alle cinque del mattino qualcuno ha chiamato la madre avvisandola che erano in corso a bordo le ricerche del figlio. Di Pietro Amato non c’era più traccia, neanche quando arrivato a Porto Empedocle, il traghetto è stato controllato da cima a fondo dal personale della Siremar e dalle forze dell’ordine. «Non capisco come sia potuto succedere una cosa del genere», ha detto tra le lacrime la madre, «non avrebbero dovuto lasciarlo da solo in cabina». La mamma di Pietro racconta della disperazione per un figlio «pieno di problemi», che in più occasioni «aveva anche tentato il suicidio». Per questo non riesce a spiegarsi come sia stato possibile che chi avrebbe dovuto sorvegliarlo lo abbia lasciato in cabina senza controllo: «Una persona così fragile non può essere lasciata da sola durante un viaggio del genere».
La Procura di Agrigento apre inchiesta: iscritti i primi indagati
Intanto le ricerche di Pietro Amato continuano. Dopo una prima ipotesi di fuga, il suicidio sembra essere la possibilità più accreditata dagli inquirenti. A confermare sarebbero anche le immagini di alcune telecamere di videosorveglianza della nave che avrebbero ripreso il momento in cui il ragazzo si è lanciato in mare. Per questo la Procura di Agrigento ha deciso di aprire un’inchiesta, procedendo alle prime iscrizioni nel registro degli indagati. I nomi per il momento rimangono segreti.