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Nuovi attacchi su Zaporizhzhia, missili russi anche sulle città del Donetsk: «8 civili uccisi in una notte»

23 Ottobre 2022 - 12:24 Alessandra Mancini
Dal G7 intanto parte l'appello a Mosca perché restituisca la centrale nucleare al controllo ucraino

Continuano gli attacchi russi sulle città ucraine. Droni kamikaze e missili S- 300 sono stati lanciati dalle truppe di Mosca sulla città di Zaporizhzhia, dove si trova il più grande impianto nucleare di tutta l’Europa. A renderlo noto è stato Oleksandr Starukh, il capo dell’amministrazione regionale, citato da Ukrinform. «Nella notte, le forze di occupazione hanno attaccato la città di Zaporizhzhia con i droni kamikaze, così come gli insediamenti circostanti utilizzando missili S-300 – ha scritto Starukh -. Uno dei droni ha colpito un edificio pubblico nel centro regionale. Finora non sono state segnalate vittime». Nel frattempo i missili russi hanno colpito anche un villaggio del distretto dell’Ucraina sud-orientale, danneggiando – continua Starukh – «abitazioni residenziali e locali di una scuola senza provocare feriti o vittime». Da giorni, ormai, molte città dell’Ucraina convivono con continui blackout, causati dagli attacchi russi contro le infrastrutture energetiche del Paese. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, – nel suo video messaggio alla nazione – ha confermato, però, che le forniture di elettricità sono state in parte ripristinate. Mentre nella regione meridionale di Odessa e in quelle occidentali di Khmelnytsky e Rivne, l’elettricità è stata riattivata, in altre zone – afferma Zelensky – «i lavori di recupero sono ancora in corso. Stiamo cercando di restituire l’elettricità alle persone il prima possibile», ha concluso.

Intanto, Kiev ha confermato di aver abbattuto 16 droni di fabbricazione iraniana lanciati dalle forze russe, mentre nella città di Nikopol, nell’Ucraina meridionale, tre persone sono rimaste ferite – questa mattina – in seguito a un attacco delle forze russe con sistemi missilistici a lancio multiplo. Il bilancio delle vittime dei raid russi – reso noto dal vice capo dell’Ufficio presidenziale ucraino, Kyrylo Tymoshenko – è di otto civili, mentre sono 19 le persone rimaste ferite nel corso degli attacchi russi di ieri, sabato 22 ottobre. In particolare, – continua Tymoshenko – «sei persone sono state uccise nella regione di Donetsk e due nella regione di Zaporizhzhia. Quanto ai civili feriti, nove sono stati segnalati nel Donetsk, quattro nella regione di Dnipropetrovsk, quattro nella regione di Mykolaiv, uno nella regione di Sumy e uno nel Kharkiv», ha concluso.

G7: «Mosca restituisca la centrale di Zaporizhzhia all’Ucraina»

Dopo aver chiesto l’immediata restituzione da parte di Mosca della centrale nucleare di Zaporizhzhia all’Ucraina, il G7 ha condannato – in queste ore – i ripetuti rapimenti da parte della Russia dei manager e del personale dell’impianto più grande d’Europa. Per i Paesi del G7 – Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Usa, insieme all’Alto rappresentante dell’Ue, Josep Borrell, «Queste azioni – si legge nel comunicato – compromettono ulteriormente la sicurezza nucleare della centrale, impedendo al personale chiave di svolgere le proprie funzioni indispensabili». E poi ancora: «Respingiamo con forza questi atti sconsiderati, crudeli e pericolosi e chiediamo l’immediato rilascio delle persone detenute ed esortiamo la Russia a restituire immediatamente il pieno controllo della centrale nucleare di Zaporizhzhia al suo legittimo proprietario sovrano, l’Ucraina, a rimuovere tutto il personale russo dall’impianto e a interrompere qualsiasi tentativo di porre in modo sconsiderato e pericoloso la centrale nucleare sotto l’amministrazione russa, che potrebbe ulteriormente compromettere la sicurezza delle sue operazioni», conclude la nota.

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