Nuova bufera sulla ministra Roccella: «Pari opportunità tornino a occuparsi delle donne»
È bastata una frase di Eugenia Roccella a scatenare l’ira dell’opposizione, già ostile nei confronti della nuova ministra per le Pari opportunità a causa delle posizioni da lei espresse sull’aborto in passato. L’affermazione riguarda uno dei temi su cui ha intenzione di focalizzarsi il suo dicastero: «le tante ingiustizie che subiscono le donne». «Il Ministero per le Pari opportunità è nato sulla spinta del movimento delle donne, ma poi l’ombrello si è allargato, diventando un titolo generico sotto il quale rubricare un po’ di tutto», ha dichiarato Roccella all’Ansa. Probabilmente un riferimento al fatto che il precedente governo aveva esteso il tema delle pari opportunità anche a tutto il mondo Lgbt. Aggiunge Roccella: «Io vorrei tornare a occuparmi delle tante ingiustizie che subiscono le donne, che mi sembra non siano affatto diminuite, anzi forse sono aumentate». In questo contesto, il nuovo governo «guidato da una donna» rappresenta la giusta occasione per cambiare le cose: è, a suo dire, «il luogo giusto per occuparsi» della questione.
Le reazioni
Non si è fatto attendere il commento del Senatore di Italia Viva Ivan Scalfarotto. «Per la Ministra o non ci sono altre ingiustizie da risolvere, perché il resto è a posto e dunque Roccella non vede verificarsi in Italia alcuna discriminazione sulla base dell’etnia, della nazionalità, della fede religiosa, della disabilità, dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere oppure le opportunità a cui pensa la Ministra Roccella non sono evidentemente pari, ma dispari», è la bordata del senatore. «È chiaro che il lavoro da fare per una completa parità uomo-donna è ancora tanto ed è giusto che gli sforzi del Governo siano concentrati al massimo su questo», prosegue. Ma, puntualizza, «questo non può e non deve escludere un lavoro paritario su tutti coloro che vivono potenziali discriminazioni. Il principio dell’eguaglianza sostanziale deve essere garantito per tutte le persone». Agli attacchi si aggiunge l’ex senatrice del Pd, Monica Cirinnà: «Separare la promozione di pari opportunità per le donne e la lotta alle discriminazioni delle persone LGBT+ è grave», scrive sul suo profilo Twitter. Per poi concludere: «Un Paese più giusto ha bisogno di una visione culturale e politica che non contrapponga i diritti tra loro, ma di alleanze solide e pari dignità».
October 24, 2022
Per il deputato del Pd Alessandro Zan, «Eugenia Roccella ha cominciato malissimo»: «il concetto di pari opportunità non è quello di costruire una gerarchia e mettere l’uno contro l’altro, ma significa, per esempio, togliere le barriere architettoniche che permettono alle persone con disabilità di vivere dignitosamente. Qui si torna proprio indietro». A Trento per il festival “Serendipity“, organizzato dall’Unione degli universitari, Zan ha aggiunto: «Dobbiamo dotarci di strumenti che non siano solo scendere in piazza, ma anche costruire occasioni di confronto come quella di oggi contro una destra reazionaria che rischia, come in Polonia, di limitare i nostri spazi di libertà».
L’indignazione di Bonetti
Anche la predecessora di Roccella, Elena Bonetti, è intervenuta nel dibattito: «Ho fatto i miei auguri alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al suo governo con i migliori auspici, confidando sinceramente nella adesione ai valori costituzionali sui quali si giura da Ministri», esordisce, interpellata dall’Ansa. «Purtroppo – prosegue -, viste le ultime, desolanti esternazioni della ministra Roccella, corre l’obbligo intervenire a rispedire al mittente le accuse al governo Draghi e stigmatizzare le interpretazioni dell’art. 3 della Costituzione, sulla quale Roccella ha giurato poche ore fa». Bonetti rivendica l’operato del precedente esecutivo, in particolare per «quanto fatto per le donne».
Prosegue chiamando in causa il «dossier che i miei uffici le hanno preparato e dato nel passaggio di consegne, che è regolarmente avvenuto»: «Certamente sul fronte femminile avrà modo di confrontarsi con i provvedimenti e le strategie nazionali, da quella per la parità di genere a quella di contrasto alla violenza contro le donne, stabilmente vigenti nell’ordinamento italiano grazie al governo Draghi». «Inoltre, contrariamente a quanto la Ministra Roccella pensa, non è facoltà di un ministro interpretare liberamente la Costituzione italiana – sottolinea Bonetti – , e certamente non lo è restringere a una categoria a sua discrezione la validità di un principio costituzionale, quello sancito dall’art. 3, che tutela tutte le cittadine e i cittadini da ogni tipo di discriminazione».
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