Ue, gli indici Pmi confermano i timori di una contrazione economica: «La recessione è imminente»
I Paesi dell’Unione Europea si stanno avvicinando a «una sempre più inevitabile recessione». Dopo gli avvertimenti del Fondo monetario internazionale, anche gli indici Pmi, pubblicati oggi da S&P Global, confermano una contrazione dell’economia dell’eurozona. Le stime arrivano all’indomani della previsione del Fmi, secondo cui nel 2023 metà dell’eurozona – Italia compresa – sarà in recessione tecnica. Gli indici Pmi – acronimo di Purchasing Managers’ Index – si riferiscono al settore manifatturiero, dei servizi e delle costruzioni e sono considerati tra gli indicatori macro-economici più attendibili. Il report pubblicato oggi da S&P mostra come l’indice della produzione dell’Eurozona sia diminuito dal 48,1 di settembre al 47,1 di ottobre. Si tratta del quarto mese consecutivo al di sotto della soglia cruciale di 50, considerato lo spartiacque tra crescita economica e contrazione. Gli autori del report fanno notare anche come l’economia dei Paesi Ue si è contratta al ritmo più rapido degli ultimi nove anni, ad eccezione dei periodi di lockdown del primo 2020. A soffrire sono soprattutto i settori ad alta intensità energetica, che hanno ridotto la produzione a causa dei rincari sulle bollette.
Crisi energetica e inflazione
Degli otto Paesi Ue presi in esame – Germania, Francia, Italia, Spagna, Olanda, Austria, Irlanda e Grecia -, è la Germania a registrare la contrazione più elevata, mentre la crescita economica della Francia è andata quasi in stallo. L’indice Pmi che misura l’attività del settore manifatturiero tedesco è andato a picco (44,1), il valore più basso da maggio 2020 o, escludendo la fase pandemica, da giugno 2009. «Considerato il calo maggiore della produzione e il peggioramento della domanda osservato ad ottobre, l’economia dell’eurozona pare sia destinata a contrarsi durante il quarto trimestre, aggiungendo speculazioni di una sempre più inevitabile recessione», commenta Chris Williamson, chief business economist di S&P Global. A preoccupare non è solo il calo della produzione e la contrazione dell’economia, ma le aspettative per il futuro. Il rapporto, infatti, mostra che la fiducia per il prossimo anno si attesta su uno dei valori più bassi degli ultimi due anni, nonostante l’allentamento delle misure di contrasto al Covid. A pesare, questa volta, sono soprattutto i rincari in bolletta. «Se l’aumento del costo della vita resta la causa principale del rallentamento economico, la crisi energetica dell’eurozona rimane la preoccupazione principale e un freno per l’attività, specialmente nei settori ad alta intensità energetica», aggiunge Williamson.
October 24, 2022
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