Alessia Pifferi, chat al vaglio degli inquirenti: sospetto di abusi sulla piccola Diana
Emergono nuovi elementi sul caso di Alessia Pifferi, in carcere da luglio per omicidio volontario, accusata di aver fatto morire di stenti la figlia di un anno e mezzo dopo averla abbandonata a casa per sei giorni. Nelle mani degli inquirenti, una chat in cui la donna avrebbe risposto «Lo farai» a un uomo che le aveva chiesto, riferendosi alla bambina Diana, di poterla baciare. Questa conversazione acquisita, insieme ad altre chat, ha portato la Squadra Mobile di Milano ad effettuare una perquisizione nei confronti dell’uomo di 56 anni, ora indagato – insieme a Pifferi – di «corruzione di minorenne». Dalle numerose conversazioni – analizzate dagli inquirenti e acquisite dal telefono sequestrato della 37enne – è emerso, inoltre, che Pifferi avrebbe avuto relazioni con diversi uomini, in alcuni casi anche in cambio di denaro. Un blitz degli investigatori – quello di oggi, martedì 25 ottobre – per cercare eventuali riscontri su presunti abusi sessuali nei confronti della piccola che sarebbe morta, secondo i risultati dei test tossicologici, sia del capello sia del sangue dopo aver assunto benzodiazepine, ossia tranquillanti.
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