Donne, Nato, Europa e (forse) fascismo: cosa dirà oggi Giorgia Meloni alla Camera
Chiederà 5 anni di tempo per il suo governo. Incastonerà l’Italia nell’Alleanza Atlantica e in Europa. Dedicherà il suo approdo a Palazzo Chigi «a tutte le donne d’Italia». E, forse, alla vigilia dell’anniversario della Marcia su Roma, parlerà delle sfide che deve affrontare una destra moderna. Provando così a chiudere i conti con l’accusa di fascismo e neofascismo. Magari ricordando la svolta di Fiuggi di Gianfranco Fini. Giorgia Meloni è pronta per il suo primo discorso di fiducia alla Camera. Ieri con Giovanbattista Fazzolari ha limato i contenuti dell’intervento, che durerà circa un’ora. E che ruoterà attorno a una parola chiave: «responsabilità». È quella che si aspetta dal suo partito. Ma anche – e soprattutto – dagli alleati. Che sono già pronti a fughe in avanti. E parlano di «delusione» mentre si apre la partita dei sottosegretari.
L’Alleanza Atlantica e l’Unione Europea
«L’intenzione del presidente del Consiglio è quella di tracciare un manifesto programmatico che ambisce ad essere la base di lavoro di un’intera legislatura, a conferma della natura fortemente politica del governo», hanno fatto trapelare ieri fonti di FdI sui contenuti del discorso. La premier manifesterà l’ambizione di «restare in carica per 5 anni, con l’obiettivo di dare seguito concreto e attuazione agli impegni assunti con i cittadini italiani in campagna elettorale». Ribadirà il sostegno alla Nato e all’Ucraina. Confermerà la fornitura di armi a Kiev. Ponendo il suo governo a distanza siderale dagli audio di Berlusconi su Putin. Sull’Unione Europea ribadirà la lealtà a Bruxelles. Ma ricordando anche che «è finita la pacchia» alla Germania, come hanno del resto già fatto gli esponenti del suo governo (e Draghi). All’interno dell’Unione non possono esserci interessi privilegiati. «Offriamo e chiediamo rispetto», sarà il refrain.
Le riforme e le donne
Il Corriere della Sera aggiunge che Meloni parlerà di «una sede parlamentare dove confrontarsi per aggiornare la forma di governo». Ovvero proporrà una Bicamerale per il Presidenzialismo. Ribadendo quindi l’intenzione di dialogare con l’opposizione. Dirà che è pronta a sostenere una soluzione di compromesso come il premierato. Infine arriverà il momento di quel passaggio scritto di suo pugno. Dedicherà il suo approdo a Palazzo Chigi a «tutte le donne d’Italia». Non lo descriverà come punto d’arrivo, ma come «un ulteriore passo nel difficile processo di affermazione» della parità di genere. Secondo Repubblica la premier si soffermerà «sul significato di una declinazione al femminile del potere detenuto fino a oggi solo da uomini». E parlerà anche delle scelte lessicali sui ministeri-chiave: la sicurezza energetica, la sovranità alimentare, la natalità, il merito, il made in Italy. Con un passaggio sui diritti civili. Ancora più urgente dopo la polemica sulla «vigilanza» con la Francia.
E il fascismo?
Secondo La Stampa non è chiaro se nel discorso più importante della sua vita Meloni si concederà una piccola parentesi personale. Ovvero un richiamo alla sua storia politica, al suo percorso nella destra italiana che è riuscita a portare al governo del paese. Ma per Repubblica non è affatto da escludere, secondo big del partito, che la premier spenderà una parte del suo intervento sulla «sfida che una destra “moderna” è chiamata ad affrontare». Un modo per chiudere i conti con il passato. Senza irritare troppo chi ancora non è pronto a farlo.
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