Carta riciclata, il prezzo crolla del 69%: perché potrebbe non essere una buona notizia
Nel giro di un mese, da agosto a settembre, il prezzo della carta riciclata è crollato del 69%. Quella che sembrerebbe essere una buona notizia, però, nasconde in realtà la crisi di un intero settore: il comparto del riciclo. La forte riduzione dei prezzi, infatti, si spiega con il rallentamento del settore industriale a valle – ossia le cartiere – che ha rallentato la propria attività a causa del caro energia. L’aumento delle bollette di luce e gas, unito allo stop di alcuni impianti, minaccia di mettere a rischio i buoni risultati dell’Italia, che da anni ha fatto del riciclo di materiali cartacei una delle sue eccellenze industriali.
Il costo della carta
I primi lockdown del 2020 e la chiusura temporanea di alcune attività hanno causato una forte diminuzione della produzione di carta e cartone. La raccolta di carta da macero, insufficiente rispetto alla domanda, ha portato così a un brusco aumento dei prezzi che si è stabilizzato verso la fine dell’anno, salvo poi risalire anche nel 2021. Già dallo scorso anno, il mondo dell’editoria (e non solo) ha denunciato l’impossibilità di far fronte agli aumenti dei costi. La spiegazione iniziale era questa: i lockdown generalizzati hanno portato a un boom degli acquisti online, e di conseguenza del cartone necessario per gli imballaggi. Molte cartiere, dunque, hanno accantonato – del tutto o in parte – la produzione di carta grafica, quella utilizzata per stampare libri e riviste. A peggiorare la situazione ci ha pensato poi la guerra in Ucraina, che ha portato anche a una riduzione dell’import di cellulosa, oltre all’aumento di luce e gas. La situazione si è fatta sentire soprattutto per le famiglie con figli in età scolastica, che hanno visto aumentare i costi di quaderni, agende e libri di testo.
Un’eccellenza italiana
Il crollo dei prezzi della carta riciclata, una conseguenza più o meno diretta della crisi delle cartiere, potrebbe mettere a rischio il comparto del riciclo. Per questo, Unirima – la principale associazione di imprese del settore – ha lanciato un appello al governo. La richiesta è quella di proteggere un settore fondamentale per la transizione ecologica, che conta circa 20mila addetti e un fatturato annuo di 4 miliardi di euro. «La transizione green e l’economia circolare sono l’unica prospettiva per uno sviluppo sostenibile – commenta Giuliano Tarallo, presidente di Unirima – Siamo fiduciosi che, in questo momento difficile per tutti, il nuovo esecutivo sappia cogliere l’opportunità con provvedimenti legislativi e investimenti». Il rapporto annuale dell’associazione di categoria mostra però anche buoni risultati. L’Italia, infatti, si è piazzata seconda in Europa per riciclo di materiali cartacei e cellulosici. Nel 2021, il tasso di riciclo di carta e cartone si è attestato sull’85%: un dato ben al di sopra della media europea. Rispetto al resto dei Paesi Ue, l’Italia è avanti sulla tabella di marcia dell’economia circolare: l’obiettivo comunitario di riciclo di imballaggi cellulosici previsto per il 2025 (75%) è stato raggiunto nel 2009, mentre nel 2020 il nostro Paese ha superato anche il target previsto per il 2030 (85%).
Foto di copertina: ANSA / STEFANO SECONDINO | La cartiera RDM a Villa S.Lucia, in provincia di Frosinone