Russia, Brittney Griner: confermata la condanna a 9 anni per possesso di stupefacenti
Confermata la condanna a nove anni di reclusione per la cestista americana Brittney Griner, accusata di «possesso di droga e contrabbando». A deciderlo è stata la Corte d’appello di Mosca, dopo che il 4 agosto scorso, il tribunale russo di Khimki aveva deciso di condannare la star della Wnba per traffico di stupefacenti. La 31enne, star dei Phoenix Mercury, era stata arresta il 17 febbraio 2022 all’aeroporto internazionale di Sheremetyevo in Russia, dopo che nel suo bagaglio erano state trovate cartucce di vaporizzatore con olio di cannabis, prescritto a fine terapeutici negli Stati Uniti e – secondo la campionessa – portato inavvertitamente in Russia. Dopo essersi dichiarata colpevole, rifiutando, però, l’accusa di traffico di stupefacenti, Griner aveva chiesto che il suo caso restasse fuori dai rapporti tra Usa e Russia. «Ho commesso un errore in buonafede, non avevo intenzione di infrangere la legge», aveva dichiarato nel tribunale russo di Khimki, lo scorso febbraio. «Chiedo scusa alla mia squadra, alla mia famiglia. Non volevo ferire nessuno. L’unica cosa che voglio è tornare da loro».
Casa Bianca: «Altra condanna farsa da parte di Mosca»
«Siamo a conoscenza delle notizie provenienti dalla Russia che Brittney Griner continuerà ad essere ingiustamente detenuta sotto circostanze intollerabili dopo un altro processo farsa». A dichiararlo è stato Jake Sullivan, il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa, aggiungendo – inoltre – che il presidente degli Stati Uniti era stato «molto chiaro» nel dire che Griner «doveva essere rilasciata immediatamente». Subito dopo la notizia della sentenza del 4 agosto scorso nei confronti della campionessa, Joe Biden – infatti – aveva assicurato come la sua amministrazione avrebbe «lavorato senza sosta e perseguito ogni strada possibile per portare Brittney a casa». Assicurazione che, secondo Sullivan, è ancora valida. «Il presidente Usa ha dimostrato che vuole fare il massimo e prendere decisioni difficili per riportare a casa gli americani, – compreso Paul Whelan, ex marine accusato di spionaggio da Mosca – come la sua amministrazione ha fatto con successo da altri Paesi nel mondo», ha concluso.
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