Caso affidi a Torino, in 14 verso il processo: «Manipolavano i bambini con cartoni su campo nazista»
La procura di Torino ha chiuso un’inchiesta su un caso un caso che secondo la procura ha delle «preoccupanti analogie» con il caso Bibbiano. Nello specifico, al vaglio dai pm c’è un particolare affidamento potenzialmente illecito di due bambini – un maschio e una femmina – di origini nigeriane a una coppia di donne torinesi – secondo quanto riferisce il Corriere della Sera, una membra delle forze dell’ordine e un’impiegata – che sono accusate di aver avuto una «condotta manipolatoria e suggestiva». A fratello e sorella, infatti, prima dell’audizione di uno di loro davanti a un magistrato che decideva su come proseguire il processo di affidamento, le due donne, una 55enne e una 54enne, avrebbero fatto vedere un cartone animato sulla storia di due sorelle rinchiuse in un campo di concentramento nazista. In una scena del film – scrive la procura – alle due protagoniste «veniva raccomandato di non dire che avrebbero voluto rivedere la loro madre per evitare che “l’uomo con il camice bianco” facesse loro del male». I bambini sarebbero quindi stati vittime di maltrattamenti di natura psicologica, tra cui punizioni non commisurate e ulteriori pressioni per allontanarli definitivamente dalla famiglia biologica. «Io mi sento bianca», ha dichiarato la sorella in una delle audizioni.
Alle affidatarie sono stati erogati 115mila euro dal Comune di Torino
L’anno scorso l’affido è stato revocato e i due fratellini hanno iniziato un graduale percorso di riavvicinamento alla madre. La sorella ha trovato posto in una comunità, mentre il fratello in un centro terapeutico a causa di un problema cognitivo. Nell’ambito del caso, sono contestati anche i reati di falso, abuso d’ufficio, frode processuale, accesso abusivo a sistema informatico. Esiste poi il sospetto che i genitori biologici dei bambini siano stati truffati, così come il Comune di Torino, che tra il 2013 e l’aprile del 2021, ha erogato 115 mila euro alle due affidatarie. Nei 14 indagati dell’inchiesta, coordinata dalla pm Giulia Rizzo, chiusa oggi dalla procura di Torino, è coinvolta anche Nadia Bolognini – l’ex moglie di Claudio Foti, responsabile del centro studi Hansel e Gretel – già indagata a Reggio Emilia nel caso Bibbiano.
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