L’apertura di Xi agli Stati Uniti: «Pronti a collaborare per la coesistenza pacifica e la cooperazione»
La Cina è «pronta a collaborare con gli Usa per trovare il modo giusto per andare d’accordo nella nuova era sulla base del rispetto reciproco, della coesistenza pacifica e della cooperazione vantaggiosa per tutti». Questo il messaggio rivolto a Joe Biden dal presidente cinese Xi Jinping, che la scorsa settimana è stato riconfermato alla guida del Partito comunista (e del Paese) per la terza volta consecutiva. L’occasione è stata la cena di gala annuale del National Committee on Us-China Relations al Plaza di New York, dove Xi ha fatto leggere un suo messaggio. Nessuna comunicazione diretta tra i due presidenti, dunque. Piuttosto, un invito al dialogo e alla cooperazione, soprattutto in vista del prossimo G20 che si terrà a Bali il 15 e 16 novembre, dove i due leader potrebbero avere il loro primo faccia a faccia dopo molti anni. Dall’inizio della guerra in Ucraina, infatti, i due si sono parlati in videoconferenza soltanto un paio di volte e, da quando Biden è stato eletto, non si sono mai incontrati di persona. In un contesto di crescenti tensioni – non solo diplomatiche, ma anche militari – Cina e Stati Uniti devono «trovare il modo di andare d’accordo» per salvaguardare la pace, ha aggiunto Xi. Secondo il presidente cinese, una maggiore cooperazione «non sarà solo un bene per i due Paesi, ma anche per il mondo».
Il nodo Taiwan
Sullo sfondo di questa apertura al dialogo restano però diversi terreni di scontro: la sfida per il primato tecnologico, il controllo di Taiwan, la repressione delle proteste a Hong Kong e le presunte violazioni di diritti umani nello Xinjiang. Nei giorni scorsi, Biden aveva definito la Cina «l’unico competitor» degli Stati Uniti sullo scacchiere internazionale. Oggi, parlando con i responsabili del dipartimento della Difesa, il presidente americano ha invitato però a «gestire in modo responsabile la crescente intensa concorrenza con la Cina». A peggiorare la situazione aveva contribuito senz’altro la visita dello scorso agosto a Taipei da parte della speaker della Camera Nancy Pelosi, che ha spinto Pechino a chiudere i canali di comunicazione militare con Washington. Nei giorni scorsi, il capo del Pentagono Lloyd Austin ha fatto sapere di essere al lavoro per ripristinare i canali diplomatici. «Se gli Usa intendono rafforzare la comunicazione, dovrebbero eliminare i fattori negativi», gli ha risposto oggi il portavoce del ministero della Difesa cinese Tan Kefei. «Tutto ha una causa e un effetto: le gravi difficoltà che devono affrontare le attuali relazioni tra militari risiedono interamente sulla parte statunitense», ha aggiunto. In altre parole, la Cina è disposta a riaprire i canali diplomatici, a patto però che gli Stati Uniti non mettano in discussione la strategia di Pechino su Taiwan.
Foto di copertina: EPA / LINTAO ZHANG | Il presidente cinese Xi Jinping (a destra) con l’allora vicepresidente degli Stati Uniti Joe Biden (a sinistra) nel 2013
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